Il Consorzio Prosecco studia gli egizi: come fare il vino nel clima del futuro
Il riscaldamento globale e la penuria d’acqua che toccherà le nostre regioni ha spinto le aziende vinicole a studiare i sistemi usati nei climi aridi dal 3mila avanti Cristo

Le rappresentazioni della fertilità della terra in una tomba egizia e la vendemmia di quest'anno sui colli del Prosecco
Studiare la coltivazione dei vigneti fra gli antichi egizi per comprendere i metodi in condizioni climatiche estreme. Il progetto che il Consorzio di tutela del Prosecco Docg Conegliano-Valdobbiadene ha affidato ad un gruppo di egittologi internazionali per ottenere spunti tecnici in previsione dei mutamenti climatici che già si vedono ma che i coltivatori prevedono sempre più drastici nei prossimi anni.
Primo punto: il clima futuro
La notizia è stata data venerdì 25 novembre in occasione del 60° anniversario della fondazione del Consorzio, precisando come la ricerca sia stata attivata nell'ambito delle funzioni di un nuovo incubatore di ricerche, studi, contenuti e nuove idee, chiamato Green Academy.
Questo per lavorare in modo sempre più strutturato, aggregato e concreto sul versante della sostenibilità del territorio e in vista delle sfide ambientali che secondo le aziende vinicole sono ormai dietro l’angolo. E al primo posto c’è il cambiamento che sta per arrivare sulle nostre terre, colline comprese.
L’acqua, il tesoro del futuro
"Green Academy studierà i contenuti più urgenti che l'agenda ambientale globale deve affrontare per poi declinarli sul territorio - ha spiegato il direttore del Consorzio, Diego Tomasi - a cominciare dal cambiamento climatico con l'obiettivo di formulare dei modelli previsionali degli eventi atmosferici estremi che potranno verificarsi sulle nostre colline da oggi al 2030, al 2050 fino al 2100".
E questo attraverso le indagini sugli egizi, a cominciare dal 3.000 avanti Cristo, grazie alle quali si punterà sul recupero, la conservazione e il riuso delle acque piovane e di sorgente.
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