Nft, beffa per chi ha negoziato, non è arrivato il rimborso per la presunta truffa di criptovalute trevigiana
Lunedì si sarebbe dovuta liquidare la prima rata. Giullini: «Ancora pochi giorni». L’avvocato Matteo Moschini: «Era solo una mossa per guadagnare tempo»
Federico Cipolla
La scadenza è passata e i rimborsi promessi dall’avvocato Emanuele Giullini non sono arrivati. Restano dunque ancora a bocca asciutta tutti coloro che hanno affidato i loro soldi alla Nft, finita al centro di un’indagine per truffa da parte della Procura di Treviso.
Il 21 novembre nei conto correnti di coloro che hanno accettato di sedersi al tavolo negoziale con Giullini (indagato in quanto socio di Nft, con Christian Visentin e Mauro Rizzato) avrebbe dovuto arrivare la prima tranche dei rimborsi promessi. Ma chi ha controllato speranzoso non ha non trovato nulla. Al contrario lunedì in mattinata ha trovato una mail firmata da Giullini, con l’intestazione della Nft Digital Trust Kb. La società che, a quanto pare, dovrebbe eseguire i rimborsi. Il contenuto? Un ritardo nella prima tranche, «bastano pochi giorni lavorativi», ha detto l’avvocato.
«La monetizzazione dello strumento finanziario acquisito allo scopo di provvedere al rimborso del capitale investito è nella sua fase finale», ha assicurato.
«Mercoledì la società partner che ha predisposto la monetizzazione dello strumento bancario (per cui il sottoscritto ha personalmente proceduto al pagamento il 14 settembre) mi ha comunicato che il regolamento della prima tranche a nostro favore (e, quindi, a favore di tutti voi) avverrà entro pochi giorni lavorativi. Vi porgo le mie più sincere scuse per questo ritardo in relazione al quale, pur non essendo dovuto al mio operato, chiedo la vostra comprensione, nella piena consapevolezza che quanto accaduto ha messo in difficoltà molti di voi; tuttavia, l'impegno continua incessantemente per attuare il piano di rimborso così come pattuito, ad eccezione della breve ritardo di qualche giorno lavorativo dei tempi tecnici bancari indicati dalla società», recita la mail.
Una comunicazione che però non chiarisce i dubbi già espressi da legali e associazioni dei consumatori. In primis: perché Giullini, personalmente, dovrebbe farsi carico dei rimborsi? E ancora quale sarebbe questo strumento finanziario acquisito? E qual è la società che l’ha emesso? La proposta avanzata da Giullini consisteva in un rimborso in cinque tranche a partire dal 21 novembre. Una data non casuale, secondo le associazioni di consumatori, perché il 20 novembre sarebbe stato l’ultimo giorno utile per presentare querela. Su come andrà a finire l’avvocato Matteo Moschini, che difende alcuni dei truffati, non ci sono dubbi.
«Ci auguriamo che dopo quella che appare l’ennesima presa in giro gli investitori tutti si rendano finalmente conto di essere stati raggirati e che quella messa in atto dal sodalizio altro non è che una manovra dilatoria tesa a guadagnare tempo al fine di andare a distrarre e a nascondere in ogni dove gli ingenti capitali frutto di quelli che appaiono ad ogni effetto gravi reati. Ci auguriamo inoltre che il tribunale di Treviso sarà in grado di rispondere in modo efficace alle istanze di giustizia che gli saranno sottoposte dalle centinaia, forse migliaia di persone offese che verosimilmente si costituiranno parte civile nell’ambito del procedimento penale a carico di tutti coloro che si sono arricchiti ai danni degli investitori»
I commenti dei lettori