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Il fascismo da bar nei locali della Marca dove si pratica il culto tra caffè e amaro

A Vittorio Veneto e Follina altri due esercizi “nostalgici” Sul Fadalto, a Nove, spunta pure un manganello.

Francesco Dal Mas
2 minuti di lettura

Perfino un manganello, in vetrina, con la scritta “Dux Mussolini”. Entri nel bar Al Gallo di Nove – lungo il Fadalto, in piena Val Lapisina, quella della storica Resistenza antifascista – e ti trovi in un santuario di tutt’altro segno. Ma non è l’unico nella Marca.

Alla Bestemadora di Follina, antica osteria con annessa trattoria, una vetrina è tutta per il duce. E viene presentata, come immagine promozionale dell’ambiente, anche sui social, come fosse un vanto. «Adesso basta», hanno detto all’Anpi. Il coordinamento della Sinistra Piave condurrà una ricognizione in tutti i pubblici esercizi e denuncerà quanti fanno propaganda fascista o nazifascista.

Paccottiglia neofascista

«Sono entrato nel locale di Nove», racconta Omar Lapecia, insegnante a Vittorio Veneto e presidente Anpi di Conegliano. «All’entrata sotto lo sguardo interrogativo dei numerosi clienti, ci hanno accolti 4 calendari raffiguranti Mussolini, poi abbiamo notato dispersi nella vasta bottigliera, immagini del duce, motti fascisti, fregi della X Mas e alcune bottiglie di vino con l’immagine sempre dello stesso duce. E poi, la presenza più inquietante, quella un manganello posto ben in vista riportante la scritta Dux Mussolini».

A dire dell’insegnante, non è solo l’arredo che inquieta – «e che ci spinge a sporgere denuncia alla Digos» –, ma è soprattutto il clima che si respirava all’interno con “comizi” contro i migranti, i comunisti e la Francia seguiti da applausi dei clienti e frasi di una violenza da censurare.

Omar Lapecia, Maria Chiara Marangon e Chiara Tonietti, i tre presidenti Anpi della Sinistra Piave hanno deciso di non lasciar perdere. E di passare alle segnalazioni, se occorre anche alle denunce.

Boicottaggio

«Non occorre ricordare che Vittorio Veneto è città medaglia d’oro alla Resistenza e, detto questo, si dice tutto», commenta il sindaco Antonio Miatto. «Non so di situazioni goliardiche o addirittura di apologia di fascismo. Se l’Anpi sa, proceda pure. Soprattutto se si tratta di pubblici esercizi».

«Quanto meno gli antifascisti di Vittorio Veneto e dei paesi che “ si onorano” di esibire tanti e tali trofei», afferma Gianni Del Tio, di Fadalto, «dovrebbero boicottare questi luoghi, come io sto facendo da anni».

«Nelle prossime ore presenteremo formale esposto in Questura, alla Digos, perché è chiara la propaganda fascista», fa sapere Giuliano Varnier, presidente provinciale dell’Anpi. «Ci sono precise norme di legge che la vietano. A suo tempo avevamo segnalato analoghi episodi a Conegliano, Mogliano, Nervesa, e in altri centri. Ma è nelle ultime settimane che l’ostentazione è cresciuta di spessore».

Propaganda razzista

«In questi bar il fascismo e il razzismo non vengono solo esposti ma, appunto, anche propagandati», testimonia Omar Lapecia. «Ho ascoltato di persona, l’altro giorno, affermazioni del tipo: i negri bisognerebbe bruciarli. Ricordo che siamo in locali pubblici, dove tutti possono accedere. E dove non è ammesso che qualcuno si possa sentire “autorizzato” dal momento storico a liberare certi istinti e certi pensieri criminali», prosegue Lapecia.

«La nostra sarà una attenta vigilanza antifascista, ogni locale che esporrà materiale fascista o razzista verrà denunciato alle autorità competenti», insistono i presidenti delle sezioni Anpi della Sinistra Piave. «Chiediamo a tutte le forze politiche di esprimere sdegno e condanna per una presenza che lede il nome della nostra città Medaglia d’Oro al Valor Militare».

Lassismo e reati

Sdegno che non manca da parte del Pd, con l’ex sindaco Roberto Tonon che dichiara: «Immagino che ai piani alti di Piazza del Popolo qualcuno abbia già mobilitato la polizia locale a verificare se negli esercizi pubblici viene rispettata, tra le tante leggi, anche quella che vieta la propaganda fascista. È una norma di legge, non un mero orientamento politico. Una norma che va tanto più rispettata in una città dallo spessore valoriale come la nostra».

Silvano De Nardi, presidente del Consiglio di quartiere della Val Lapisina, si dice doppiamente preoccupato. «Questo lassismo, se non trova contenimento, va alla deriva, fino a comportamenti come quelli verificatisi a Fais, dove qualche tecnico è salito a segare un pennone di 10 centimetri d’acciaio per farne chissà che cosa, oltraggiando il tricolore ed i caduti della grande guerra che la bandiera onorava». «Adesso basta con queste provocazioni», taglia corto De Nardi. —

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