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Alla Madonna dell’Orto di Venezia rispunta dagli archivi il certificato di morte originale di Tintoretto

Il documento datato 31 maggio 1594 è stato restaurato grazie all’intervento della Soprintendenza, domani la presentazione

Alberto Vitucci
1 minuto di lettura
Da sinistra, don Ferruccio e don Vittorio; alle loro spalle, la “Presentazione di Maria al Tempio” 

Un parroco illuminato e un prete artista sulle tracce del loro parrocchiano più illustre. Jacopo Robusti detto Tintoretto aveva casa e laboratorio alla Madonna dell’Orto, a due passi dalla grande chiesa gotica. Che oggi ne tramanda la grandezza, con gli immensi teleri del Giudizio Universale e del Vitello d’Oro e il celebre dipinto della Presentazione di Maria al tempio.

Jacopo frequentava la parrocchia e quando morì, il 31 maggio del 1594, il parroco di allora ne trascrisse l’atto nell’archivio parrocchiale. Proprio grazie alla scoperta del certificato, presente nel Registro dei morti della parrocchia è stato possibile ricostruire la vita e la biografia del grande pittore, comprese le cause della morte.

Il certificato di morte originale di Tintoretto

 

Adesso quella scoperta, custodita per anni nella sagrestia della Madonna dell’Orto, viene illustrata al pubblico. Grazie al grande lavoro di don Vittorio Buset, padre giuseppino e artista di livello. E del parroco don Ferruccio Cavaggioni, che ne ha incoraggiato l’attività. Il documento è stato restaurato a fondo dagli esperti della Soprintendenza. “Adì 31 majo 1594”, recita la pergamena ingiallita, “è morto messer Jacopo Robusti detto Tintoretto di anni 75 (…) ammalato di febbre per quindici giorni. In San Marziale Licenziato”.

Un lungo lavoro di restauro ha interessato i documenti dell’archivio parrocchiale della Madonna dell’Orto, nell’ambito del progetto di messa in sicurezza degli archivi diffusi della Curia, finanziato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e Trentino Alto Adige. Domattina la presentazione del lavoro in chiesa, a partire dalle 11. Parleranno le soprintendenti Annalisa Rossi, Eurosia Zuccolo, i restauratori Cecilia Peretti e Piero Livi, le archiviste Angela Domenica Losito e Patrizia Rocco. Insieme a Lucia Piastra e al tirocinante Iuav Harmen Westra, che ha curato la riproduzione del testo per i pannelli espositivi. Al termine è in programma una lettura scenica con illuminazione del dipinto “La presentazione di Maria al Tempio”, collocato nella navata di destra vicino alla tomba di Tintoretto, con brani tratti dal libro di Melania Mazzucco su “Jacopo Tintoretto e i suoi figli, storia di una famiglia veneziana”. «Un capolavoro straordinario», dice entusiasta don Vittorio, «il trionfo della luce e della speranza. Agli studenti lo spiego sempre dopo la visione del Giudizio universale». 

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