La Camera boccia il referendum sullo Statuto speciale
Tramonta sul nascere il sogno del Veneto a Statuto speciale. Non c'è il via libera del parlamento

VENEZIA. Tramonta sul nascere il sogno del Veneto a Statuto speciale, dotato cioè di una reale autonomia che gli consenta di competere con le regioni limitrofe su un piano di pari opportunità. La commissione Affari costituzionali della Camera, nel corso dell’esame al disegno di legge sulla riforma del bicameralismo e del Titolo V, ha bocciato un emendamento della Lega - primo firmatario il veronese Matteo Bragantini - che autorizzava le regioni a statuto ordinario ad «avviare procedure di consultazione degli elettori, secondo modalità e termini previsti dai rispettivi statuti, per il riconoscimento della condizione di specialità, allegando al quesito referendario un progetto di revisione costituzionale».
Ad affossare l’emendamento - a fronte di una legge regionale del Veneto che approva l’indizione del referendum autonomista - è stata la maggioranza Pd: «Renzi e i suoi sono campioni di centralismo e di prepotenza romana, peggiori addirittura dei loro precedessori», il commento di Bragantini, che aveva proposto, senza successo, un analogo emendamento per concedere al Veneto lo statuto speciale, imitato dalla democratica Simonetta Rubinato che però l’ha successivamente ritirato.
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