Soldi per le aree svantaggiate dati a Bolzano, scoppia la polemica
Ben 74 milioni che il governo preleva dal fondo aree svantaggiate e destina alla Provincia autonoma di Bolzano. Mentre Belluno chiede da un anno, senza ottenerli, 8 milioni di euro
Irene Aliprandi
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BELLUNO. Per i giornali altoatesini la notizia vale quattro righe, eppure si parla dell'impegno del governo di stanziare, entro fine anno, qualcosa come 74 milioni di euro alla Provincia autonoma di Bolzano, per interventi nella protezione civile, nei bacini montani e nelle foreste. La vera beffa è quei soldi verranno prelevati dal Fas: il fondo per le aree svantaggiate. Mentre la Provincia di Belluno chiede da un anno, senza ottenerli, 8 milioni di euro per chiudere le spese correnti e garantire i servizi minimi ai cittadini, i vicini già super ricchi (il loro bilancio è di circa 3 miliardi di euro) ne ottengono 74 con un semplice incontro con il ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto. E' successo giovedì a Roma, dove il governatore Luis Durnwalder era accompagnato da un deputato e doveva parlare con Fitto di tutt'altro. La notizia ha scandalizzato i bellunesi, già al limite della pazienza.
«Il governo sta giocando col fuoco», dive il portavoce del Comitato referendario Belluno Autonoma Dolomiti Regione, Moreno Broccon, «non sappiamo fino a quando i bellunesi accetteranno trattamenti tanto ingiusti. Prima o poi ci sarà una reazione», continua Broccon, «e sarà giusta. Qui chiudono gli ospedali, le strade e non abbiamo i soldi per mandare a scuola i figli, non si può insistere. Riteniamo questo comportamento inaccettabile, perché usa una doppia faccia in territori contermini». Per Broccon: «La colpa non è di Bolzano, ma i nostri vicini dovrebbero capire che non possono continuare a far finta che nulla accada attorno a loro. Penso, ad esempio, ai pedaggi sui passi dolomitici: collaboreremo e diremo di sì solo quando ci saranno pari condizioni, prima non se ne parla nemmeno». Stupiti i parlamentari bellunesi: «Non sapevo nulla ma farò subito un'interrogazione urgente, chiedendo chiarimenti al ministro Fitto. E' ovvio che trattamenti così diversi non sono accettabili», dice il senatore della Lega Nord Gianvittore Vaccari. Il suo compagno di partito alla Camera, Franco Gidoni, afferma: «Ne risponderà Fitto, se le cose stanno così l'arrabbiatura bellunese è condivisibile. Martedì sarò a Roma e potrò approfondire che tipo di operazione è stata fatta con Bolzano».
Com'è immaginabile il "giramento" più vorticoso è quello del presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin: «Non metto in dubbio che quei soldi siano necessari e Bolzano in molti casi ha dimostrato di spendere bene, ma è quasi l'intero ammontare del nostro bilancio! Il fatto è molto triste perché ci penalizza ancora una volta e il nostro bilancio lacrime e sangue va a danno dei cittadini, perché il nostro ente non è più in grado di garantire i servizi essenziali. I bellunesi vivono in condizione di concorrenza sleale con i vicini e questo è grave, ma è anche un peccato che, chi dovrebbe far rispettare la Costituzione (art. 3) sia impegnato nel lanciare ultimatum e mozioni di sfiducia che non interessano nulla ai cittadini. Di fronte a una cosa del genere è qualcun altro che dovrebbe essere sfiduciato». Bottacin poi torna sul fondo Fas: «Non so chi sia più svantaggiato tra noi e Bolzano», ironizza, «ma noto una certa arroganza di chi si porta già a casa un sacco di soldi e poi si rivolge al capo dell Stato in tedesco. A Durnwalder è bastato un solo deputato, ma anche i nostri parlamentari sono autorevoli e quindi sono certo che otterranno qualcosa anche per noi, a meno che il disegno non sia un altro e si limiti a colpire me. Spero di no, perché a rimetterci saranno cittadini e imprese».
«Il governo sta giocando col fuoco», dive il portavoce del Comitato referendario Belluno Autonoma Dolomiti Regione, Moreno Broccon, «non sappiamo fino a quando i bellunesi accetteranno trattamenti tanto ingiusti. Prima o poi ci sarà una reazione», continua Broccon, «e sarà giusta. Qui chiudono gli ospedali, le strade e non abbiamo i soldi per mandare a scuola i figli, non si può insistere. Riteniamo questo comportamento inaccettabile, perché usa una doppia faccia in territori contermini». Per Broccon: «La colpa non è di Bolzano, ma i nostri vicini dovrebbero capire che non possono continuare a far finta che nulla accada attorno a loro. Penso, ad esempio, ai pedaggi sui passi dolomitici: collaboreremo e diremo di sì solo quando ci saranno pari condizioni, prima non se ne parla nemmeno». Stupiti i parlamentari bellunesi: «Non sapevo nulla ma farò subito un'interrogazione urgente, chiedendo chiarimenti al ministro Fitto. E' ovvio che trattamenti così diversi non sono accettabili», dice il senatore della Lega Nord Gianvittore Vaccari. Il suo compagno di partito alla Camera, Franco Gidoni, afferma: «Ne risponderà Fitto, se le cose stanno così l'arrabbiatura bellunese è condivisibile. Martedì sarò a Roma e potrò approfondire che tipo di operazione è stata fatta con Bolzano».
Com'è immaginabile il "giramento" più vorticoso è quello del presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin: «Non metto in dubbio che quei soldi siano necessari e Bolzano in molti casi ha dimostrato di spendere bene, ma è quasi l'intero ammontare del nostro bilancio! Il fatto è molto triste perché ci penalizza ancora una volta e il nostro bilancio lacrime e sangue va a danno dei cittadini, perché il nostro ente non è più in grado di garantire i servizi essenziali. I bellunesi vivono in condizione di concorrenza sleale con i vicini e questo è grave, ma è anche un peccato che, chi dovrebbe far rispettare la Costituzione (art. 3) sia impegnato nel lanciare ultimatum e mozioni di sfiducia che non interessano nulla ai cittadini. Di fronte a una cosa del genere è qualcun altro che dovrebbe essere sfiduciato». Bottacin poi torna sul fondo Fas: «Non so chi sia più svantaggiato tra noi e Bolzano», ironizza, «ma noto una certa arroganza di chi si porta già a casa un sacco di soldi e poi si rivolge al capo dell Stato in tedesco. A Durnwalder è bastato un solo deputato, ma anche i nostri parlamentari sono autorevoli e quindi sono certo che otterranno qualcosa anche per noi, a meno che il disegno non sia un altro e si limiti a colpire me. Spero di no, perché a rimetterci saranno cittadini e imprese».
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