Incidenti sul lavoro, a Conegliano un operaio cade dal capannone e muore
Cede l’imbragatura: tragico volo di 10 metri. La vittima è Elio De Lucca, 41 anni, di Scomigo
Manuela Boschian, Salima Borzanti
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CONEGLIANO. Infortunio mortale sul lavoro, ieri a Fontanafredda, in un capannone della «Casagrande group» in fase di ristrutturazione. La vittima è Elio De Lucca, 41 anni, residente a Conegliano in via Media 8, padre di un bimbo di 7 anni. L’operaio era dipendente della ditta «Tofano» di Cordignano, incaricata di effettuare il rifacimento della copertura del medesimo capannone. Il dramma è successo alle 11.45. Profondo il cordoglio a Scomigo, dove la famiglia De Lucca è conosciutissima, e la sorella Elisa è la parrucchiera del paese.
L’incidente è successo in un capannone cantierato, in questi ultimi giorni si era iniziato a provvedere al rifacimento della copertura. Di questo lavoro, l’azienda di Fontanafredda aveva incaricato la ditta «Tofano» di Cordignano, di cui Elio De Lucca era dipendente. E anche ieri, come i giorni precedenti, l’operaio si trovava sul tetto assieme ad altri colleghi, impegnati a sostituire la vecchia copertura con «perline» metalliche. Per effettuare questo lavoro si era provveduto a innalzare le dovute impalcature, a servirsi del carroponte e, soprattutto, a imbragarsi. L’imbragatura consiste in un cordino che lega il corpo dell’operaio a un «sistema di ritegno»: in caso di caduta, il filo, come una sorta di «bungee jumping», si tende tanto quanto è stato calcolato per impedire alla persona di toccare la superficie. Elio De Lucca, la sua imbragatura l’aveva anche ieri, ma qualcosa non ha funzionato. L’uomo, per cause al vaglio dei carabinieri della stazione di Fontanafredda e dello Spisal, ad un certo punto è stato visto dai colleghi cadere in uno dei tratti di copertura scoperti e piombare all’interno del capannone.
L’imbragatura non è stata in grado di impedirgli la caduta. Seppure immediatamente soccorso - prima dagli stessi colleghi, poi dai sanitari del 118 - i traumi non gli hanno lasciato scampo. In una nota l’azienda ha scritto: «Vogliamo esprimere a nome della Casagrande e di tutti i collaboratori, il cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Elio De Lucca in questo tragico momento. Noi della Casagrande siamo profondamente addolorati per questo drammatico incidente e ciò ancor più per la sensibilità, l’attenzione e la cultura aziendale che da anni noi tutti riponiamo nell’ambito della salute e sicurezza dei nostri collaboratori». La reazione dei sindacati non si è fatta attendere. Due ore e mezza di sciopero e la retribuzione di un’ora di lavoro devoluta alla famiglia dell’operaio che ieri ha perso la vita alla Casagrande di Fontanafredda. «Il tema della sicurezza sul lavoro deve rimanere cruciale, all’attenzione costante di imprese e lavoratori.
Lo sciopero serve a questo - dichiara Gianluca Pitton, Fiom Cgil - a ricordare che la vita umana è un bene essenziale e non può essere subordinata a logiche di profitto». Apparentemente nessun deficit di attenzione da parte della Casagrande nei confronti di aziende chiamate a svolgere, nell’area industriale, lavorazioni estranee alla produzione. «Eppure la tragedia è avvenuta lo stesso. Per quali motivazioni - prosegue Pitton - è un fatto che le autorità inquirenti dovranno chiarire. La prossima settimana azienda e sindacati avevano già calendarizzato un incontro per discutere di sicurezza sul lavoro». «Abbiamo sentito l’azienda - aggiunge Ezio Tesan, Uilm Uil - per cercare di capire che cosa sia successo, ma al momento le informazioni sono ancora molto parziali».
L’incidente è successo in un capannone cantierato, in questi ultimi giorni si era iniziato a provvedere al rifacimento della copertura. Di questo lavoro, l’azienda di Fontanafredda aveva incaricato la ditta «Tofano» di Cordignano, di cui Elio De Lucca era dipendente. E anche ieri, come i giorni precedenti, l’operaio si trovava sul tetto assieme ad altri colleghi, impegnati a sostituire la vecchia copertura con «perline» metalliche. Per effettuare questo lavoro si era provveduto a innalzare le dovute impalcature, a servirsi del carroponte e, soprattutto, a imbragarsi. L’imbragatura consiste in un cordino che lega il corpo dell’operaio a un «sistema di ritegno»: in caso di caduta, il filo, come una sorta di «bungee jumping», si tende tanto quanto è stato calcolato per impedire alla persona di toccare la superficie. Elio De Lucca, la sua imbragatura l’aveva anche ieri, ma qualcosa non ha funzionato. L’uomo, per cause al vaglio dei carabinieri della stazione di Fontanafredda e dello Spisal, ad un certo punto è stato visto dai colleghi cadere in uno dei tratti di copertura scoperti e piombare all’interno del capannone.
L’imbragatura non è stata in grado di impedirgli la caduta. Seppure immediatamente soccorso - prima dagli stessi colleghi, poi dai sanitari del 118 - i traumi non gli hanno lasciato scampo. In una nota l’azienda ha scritto: «Vogliamo esprimere a nome della Casagrande e di tutti i collaboratori, il cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Elio De Lucca in questo tragico momento. Noi della Casagrande siamo profondamente addolorati per questo drammatico incidente e ciò ancor più per la sensibilità, l’attenzione e la cultura aziendale che da anni noi tutti riponiamo nell’ambito della salute e sicurezza dei nostri collaboratori». La reazione dei sindacati non si è fatta attendere. Due ore e mezza di sciopero e la retribuzione di un’ora di lavoro devoluta alla famiglia dell’operaio che ieri ha perso la vita alla Casagrande di Fontanafredda. «Il tema della sicurezza sul lavoro deve rimanere cruciale, all’attenzione costante di imprese e lavoratori.
Lo sciopero serve a questo - dichiara Gianluca Pitton, Fiom Cgil - a ricordare che la vita umana è un bene essenziale e non può essere subordinata a logiche di profitto». Apparentemente nessun deficit di attenzione da parte della Casagrande nei confronti di aziende chiamate a svolgere, nell’area industriale, lavorazioni estranee alla produzione. «Eppure la tragedia è avvenuta lo stesso. Per quali motivazioni - prosegue Pitton - è un fatto che le autorità inquirenti dovranno chiarire. La prossima settimana azienda e sindacati avevano già calendarizzato un incontro per discutere di sicurezza sul lavoro». «Abbiamo sentito l’azienda - aggiunge Ezio Tesan, Uilm Uil - per cercare di capire che cosa sia successo, ma al momento le informazioni sono ancora molto parziali».
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