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Lui mi ha lasciata e ho paura di rimanere sola per sempre

Lui mi ha lasciata e ho paura di rimanere sola per sempre
Roberta ci racconta la sua storia, fatta di amore, desideri, aspirazioni, delusione. La fine di un rapporto vissuta come un fallimento totalizzante. L'incapacità di recuperare dentro di sé motivazione, ma anche di analizzare con lucidità quel che è accaduto senza piangersi addosso. E la voglia di ricominciare. 
Se volete raccontarmi la vostra storia o una storia potete farlo scrivendo a: maria.corbi@lastampa.it
3 minuti di lettura

Mi presento, sono Roberta e ho 28 anni, vivo all'estero da cinque anni, per la precisione a Dublino. Ho per puro caso letto il suo articolo su Giselle e onestamente non so perché le sto inviando questa email, forse perché sono a casa sola in quarantena e un poco annoiata... O forse perché inconsciamente sento la necessità di raccontare la mia storia a qualcuno.
Non sono mai stata una persona da «relazione», anzi ho sempre viaggiato tanto, un poco nomade, vissuto in città diverse. Tutte queste esperienze mi hanno maturato molto, e sicuramente hanno creato un grande senso di indipendenza ma anche molta solitudine.
Quanto ti muovi, è sempre difficile costruire rapporti duraturi o capaci di sopravvivere alle distanze.
Ricordo che quando incontrai il mio ex fidanzato ho capito perché mi spostavo sempre senza fermarmi mai, semplicemente non avevo mai avuto un vero motivo per restare.
Lui non è italiano, è di nazionalità ungherese; ci siamo conosciuti a lavoro, io gli ho chiesto di uscire. La nostra relazione è stata come un treno, un treno ad alta velocità.. non ci fermava nessuno, tutti ci invitavano, tutti avrebbero voluto essere felici come noi.
Dopo sei mesi siamo andati a convivere. Lui era diventato per me tutto: migliore amico, famiglia, compagno di vita... Forse sbagliando, avevo dato troppo a un essere umano; ma per me lui era veramente tutto e volevo che fosse così per sempre.
Dopo due anni abbiamo deciso insieme di mettere su famiglia. Un approdo, una meta, una sfida in un certo senso. L'idea mi aveva reso immensamente felice in quanto amo i bambini, e sento in me un grande senso materno, il mio più grande desiderio. Immaginavo come sarei stata, come saremmo stati, come sarebbe stato il frutto del nostro amore. L’immaginazione correva alla velocità dei miei sogni e di quella che incautamente pensavo fosse felicità.
Sfortunatamente, questo desiderio non si è mai avverato... anzi forse ha suscitato in me grande delusione. Senza forse. Abbiamo provato, mi sono controllata e ho chiesto anche al mio compagno di farlo. Volevamo essere genitori. Io volevo diventare madre. E credevo che questo percorso difficoltoso avrebbe avuto alla fine un dolce coronamento. 
Purtroppo, forse troppo presa dai miei sogni e desideri, non mi sono accorta che il mio compagno aveva anche i suoi. Ad aprile infatti, mi ha espresso la sua volontà di passare del tempo nel suo Paese... Purtroppo non è più tornato. Infatti, una volta lì, ha trovato lavoro, si è sistemato e semplicemente ha chiesto a me di seguirlo. Come se questa potesse essere una scelta non condivisa. Io, una valigia al suo seguito.
Così da me è arrivato un secco no. Non potrei mai stare con qualcuno che non mi prende in considerazione, che non ascolta la mia opinione, che non mi chiede cosa ne pensi. Che alla fine dei conti non abbia rispetto di me. 
Da quel giorno la mia vita è cambiata. Ho dovuto cambiare casa e prendermi qualcosa di più piccolo per me stessa, ho dovuto dare giustificazioni a tutti quei colleghi e amici che chiedevano, ho perso quel mio desiderio che sembrava così vicino di poter avere una famiglia.
Mi sono trovata sola. E anche se so che sono ancora giovane, che magari troverò qualcuno... fatto sta che il mio cuore è triste perché ero realmente convinta di poter avere tutto, che ero lì lì per ottenerlo e invece no; sono stata abbandonata da chi diceva di amarmi. Ed ero stata cieca, incapace di capire, di vedere quello che mi stava capitando, che gli stava capitando.
Vivo oggi con la paura, paura di fidarmi di nuovo di qualcuno, paura di rimanere da sola per sempre... Solo paura.
 

Cara Roberta,
possiamo a ripeterlo all’infinito, ma ognuno deve viverlo sulla propria pelle senza sconti: i distacchi fanno male come anche le delusioni. Si supera tutto. Occorre oliare il tempo e la vita con un po’ di sana leggerezza, scrollarsi di dosso l’illusione del «per sempre», soprattutto quando si tratta di relazioni, di amore. Capita, ma non è la norma. E basta leggere questa rubrica per capire come ci sia una folla di cuori infranti, delusi, amareggiati. 
Dalle tue parole mi sembra che il vero dolore arrivi dal dover rimandare il tuo sogno, o progetto, di diventare madre. Ho come l’impressione che il tuo amore per lui si reggesse molto su questo. Come spesso capita. Ma fondare una vita a due sul desiderio/necessità di maternità o paternità non è quasi mai una buona idea. Si deve stare insieme per amore, interessi, condivisione, affinità, non perché si pensi che sia necessario costruirsi una famiglia, seguendo non le proprie aspirazioni ma quelle che la cultura sociale impone. Questa tua lettera mi offre l’occasione ancora una volta di ragionare su quanto sia sbagliato non concedere ai single la possibilità di adottare. Le nuove famiglie sono ormai spesso «separate» e i figli crescono benissimo. Quindi possono crescere benissimo anche in una famiglia adottiva monogenitoriale. Sempre e comunque meglio (dopo che ovviamente si è accertata l’idoneità dell’adottante) di stare in un istituto o in una casa famiglia.