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Tatjana Patitz alla sfilata Fendi nel 1992
Tatjana Patitz alla sfilata Fendi nel 1992 
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Tatjana Patitz: a un mese dalla morte amici e colleghi la ricordano

A poco più di un mese dalla scomparsa della super modella avvenuta l'11 gennaio scorso,  amici e colleghi condividono con d aneddoti e piccoli segreti di una donna speciale

4 minuti di lettura

È sempre stata quella diversa Tatjana Patitz: più misteriosa, più adulta, più riservata. Se n’è andata lo scorso 11 gennaio in California, dove aveva scelto di vivere per stare in mezzo alla natura, nel suo ranch, con la sua famiglia. Nata ad Amburgo da madre estone e padre tedesco, è cresciuta in Svezia. A lanciare la sua carriera è stato il fotografo Peter Lindbergh: la volle per una cover di British Vogue che poi entrò nella storia della moda e ispirò George Michael, che scelse lei e le altre colleghe come protagoniste del video di Freedom! ’90. E poi Steven Meisel, Irving Penn, Herb Ritts, Bruce Weber ed Helmut Newton: sono tanti i grandi fotografi e i professionisti del mondo della moda con cui ha lavorato. Alcuni di loro, poi diventati suoi amici, hanno scelto di ricordarla insieme a d.


Helena Christensen
Modella e fotografa danese
«Ho conosciuto Tatjana alle Hawaii, sul set di uno shooting con Fabrizio Ferri. Era di una bellezza ultraterrena, carattere forte, ma sempre gentile. Nei tanti viaggi di lavoro insieme abbiamo riso moltissimo. Nell’ultimo, aveva portato suo figlio Jonah con sé, il suo orgoglio: per lei era tutto. Tatjana aveva un modo unico di trasmettere il suo gran cuore attraverso gli occhi. Era davvero speciale».
 


Carré Otis
Modella e attivista di The Model Alliance
«Ho conosciuto Tatjana su un set di Herb Ritts, lei era già affermata, mentre io ero appena arrivata in un mondo che mi intimidiva. Tatjana era umile e aveva i piedi per terra, era una forza della natura: anche se in quell’occasione abbiamo fatto poche foto insieme, averla avuta vicino era stato rassicurante. Di recente l’avevo chiamata per parlare delle difficoltà che ho incontrato nel lavoro che sto portando avanti per promuovere cambiamenti e leggi per proteggere chi lavora nella moda. Anche se abbiamo avuto esperienze diverse, il suo sostegno è stato significativo e sincero. Tatjana verrà ricordata come una regina dal cuore d’oro che è rimasta coerente, onesta e gentile fino in fondo».
 


Eric Gabriel
Fotografo di moda americano, ha iniziato la carriera come hair stylist
«Tatjana era un mistero, è sempre stata molto riservata. Arrivava spesso in ritardo alle sfilate, quando avevamo già finito di truccare e pettinare le altre modelle, ma non era mai stressata. Non andava agli after party, non si comportava da top model. Era un po’ come se, per certi versi, la moda la spaventasse. Noi però ci siamo subito trovati a nostro agio insieme, abbiamo condiviso la passione per i cavalli, girando per rodei. Era orgogliosa della sua età, non le importava delle rughe e non voleva che le sue immagini fossero ritoccate eccessivamente. Dopo la sua morte, in tanti mi hanno scritto per dirmi che nelle mie foto traspariva la sua anima: è un complimento che mi rende molto felice. Ha continuato a sorridere ed è rimasta positiva fino alla fine, credeva davvero di poter sconfiggere il suo male. Poi improvvisamente mi ha scritto che i dottori le avevano dato solo pochi giorni di vita e sono corso a trovarla, non riesco ancora a crederci che se ne sia andata così in fretta».
 


Benjamin Lindbergh
Presidente della Peter Lindbergh Foundation
«Molte delle immagini preferite da mio padre Peter ritraggono Tatjana. L’ha fotografata ininterrottamente dal 1985: era una combinazione unica di forza sottile ed eleganza naturale e lo ha ispirato per tutta la sua carriera».

La modella Tatjana Patitz, scomparsa lo scorso 11 gennaio a 56 anni, ritratta da Peter Lindbergh (@therealpeterlindbergh) per il magazine Stern nel 1990. 
La modella Tatjana Patitz, scomparsa lo scorso 11 gennaio a 56 anni, ritratta da Peter Lindbergh (@therealpeterlindbergh) per il magazine Stern nel 1990.  


Lori Modugno
Direttrice creativa e co-fondatrice di Iconic Focus Models
«Tatjana era ottimista, credeva di poter guarire e avevamo grandi progetti per il 2023. Volevamo riportarla allo stesso livello delle altre top model del suo tempo, riconoscendo i traguardi straordinari che aveva già raggiunto. Suo figlio Jonah ha diciotto anni ed era tutto per lei. Da madre, non vedeva l’ora di sostenere i suoi progetti, dall’università a qualunque altra cosa avesse desiderato fare. Lei amava gli animali ed era profondamente felice quando stava a contatto con la natura e l’oceano, circondata dai suoi cani e dai suoi cavalli. Di recente ho trovato in un cassetto una collezione di cartoline con foto di top model scattate da Peter Lindbergh nei primi anni 90 – mi piace inviarle a persone speciali – ma me ne erano rimaste solo due di Tatjana. Quando gliel’ho detto, si è offerta subito di cercarne altre per farmele avere. Lei era così, sempre pronta ad aiutare gli altri, anche durante la malattia. Verrà ricordata per la sua gentilezza, la bellezza inconfondibile, la voce dolce e l’umiltà. Nessuna aveva occhi più profondi di lei e le altre modelle la ammiravano perché aveva una forza d’animo incredibile. Non ha mai fatto nulla per alterare il suo aspetto, era straordinariamente bella dentro e fuori e continuerà a vivere nel ricordo di tutti. La sua vita è stata breve, ma il suo impatto è stato enorme».
 


Angie Everhart
Modella e attrice americana
«Mi sono seduta accanto a lei nel backstage di una sfilata. È stato così che l’ho incontrata per la prima volta, lei mi ha sorriso e mi ha detto che avevo dei capelli bellissimi. La maggior parte delle nostre colleghe non faceva mai complimenti alle altre, ma lei invece sorrideva sempre, nel suo modo ultraterreno».
 


Riku Campo
Makeup artist e beauty editor finlandese
«Non voleva far sapere che era malata e io ho mantenuto il suo segreto. Aveva tanti programmi per quest’anno e pregava di guarire. L’ultima volta che l’ho vista è stata una settimana prima che morisse. Abbiamo lavorato insieme è stato lo scorso agosto: era già provata dalla malattia, ma nessuno lo sapeva e lei ha guidato da Santa Barbara a Los Angeles perché voleva esserci. Ci siamo conosciuti cinque fa e siamo diventati subito amici: durante il Covid abbiamo condiviso Natali, cene e mille chiamate. Sarà che noi europei abbiamo meno filtri e, grazie al nostro background comune, è stato sempre facile capirsi. Avevamo anche lo stesso tipo di umorismo, a volte parlavamo in svedese, altre in tedesco. Adorava suo figlio Jonah, lui era il suo mondo. Andare a cavallo era la sua terapia. Ha sempre voluto utilizzare linee organiche per la cura della pelle, poco trucco. Stava per cominciare a scrivere un’autobiografia, aveva un accordo con una casa editrice tedesca e non vedeva l’ora di iniziare».
 


Kara Young
Modella e imprenditrice americana
«Abbiamo lavorato spesso insieme, ma c’è un nostro shooting in particolare – scattato a Phuket per Vogue – che ha avuto un impatto fondamentale sulla mia vita. Il fotografo era Sante D’Orazio e, dopo molte ore di lavoro, voleva che Tatski – io la chiamavo amichevolmente così – posasse ancora perché temeva che dagli scatti non si capisse che erano in Thailandia. Lei gli rispose che non era necessario, perché le foto erano già perfette. Fino a quel momento non avevo mai considerato che fosse possibile dire di no a un fotografo, mentre lei lo fece senza battere ciglio. L’ho ammirata per la sua forza».
 


Veronica Webb
Modella e attrice americana
«Ci siamo conosciute nel 1988 a New York nella sede dell’agenzia Elite, che ci rappresentava all’epoca. Dovevamo andare a Parigi per sfilare per Azzedine Alaïa ma Tatjana era preoccupata, perché odiava volare. Da allora abbiamo fatto tanti show insieme. Lei aveva l’aspetto di una vichinga, ma dentro era fragile come la porcellana cinese, che è uno dei materiali più resistenti al mondo ma, se la colpisci nel modo sbagliato, si frantuma in mille pezzi. Al fashion system preferiva la compagnia degli animali, perché di loro si poteva sempre fidare».