ll fuoco, l'argento, i chiaroscuri. E il sogno, ora in forma di serpente ora di anemone, che prende vita dalla cera fusa plasmata da mani sapienti. Tutto intorno, la sua Toscana. Il mondo "prezioso" di Giovanni Raspini, 73 anni - "svariate mogli", due figlie, Costanza e Giannina, "che già lavorano con me in azienda", e una passione per la musica rock - è tutto qua: nel mite saliscendi delle campagne fra Arezzo e Siena dove vita, natura e ispirazione sono un tutt'uno.
"L'altro giorno ci hanno fatto visita persino i lupi", racconta questo gioielliere/architetto che quasi quarant'anni fa ha rilevato in Val di Chiana una piccola ditta di argenteria. Trasformandola, anno dopo anno, intuizione dopo intuizione, in un brand di gioielli che porta il suo nome e che conta ormai 500 punti vendita in tutto il mondo e 25 boutique monomarca. Oltre a macinare record di segni più a ogni chiusura di bilancio: più 39 per cento nel 2021, a lambire i 30 milioni di euro di fatturato.

Giovanni Raspini è riuscito a tener botta persino nell'annus horribilis della pandemia, grazie a una impeccabile strategia di e-commerce. "Ma sa qual è la soddisfazione più grande per me? Non tanto il guadagno, anche se certo è importante perché resto comunque un imprenditore e i numeri devono sempre quadrare... Il momento più importante è quando firmo il contratto a un nuovo ragazzo che entra a far parte della nostra famiglia. Negli ultimi tempi sono stati almeno 10 -12 ogni anno. E questo mi rende davvero felice".
Risultato: il brand famoso per i gioielli animalier o comunque ispirati alla natura, partito con soli 12 artigiani ("tutti bravissimi") ora ha più di 120 dipendenti. "E le quote rosa non servono - dice scherzando Raspini - la mia è un'azienda ad altissimo tasso femminile. Oltre alle mie figlie, la maggior parte delle collaboratrici sono donne". Raccontata così, la storia imprenditoriale di un architetto che negli anni Settanta progettava strade nel deserto vicino Gedda in Arabia Saudita per poi decidere di fare l'argentiere, sembra tutta rose e fiori: "Ma in realtà dietro c'è fatica ed evoluzione", ricorda. "Ho cominciato con cornici, centrotavola e candelieri che vendevo porta a porta ai grossisti. Valigie pesanti, cariche di oggetti e di speranza".

Poi la svolta con i charms, per bracciali personalizzati e le collezioni di anelli, bracciali e orecchini che molto spesso hanno tratto ispirazione dalla passione di Raspini per il mondo animale: calchi riprodotti spesso insieme ai suoi collaboratori nel grande casale del Cinquecento sulle colline di Arezzo che fa da buen retiro e anche da atelier. "I miei preferiti sono i rettili, le iguane, i coccodrilli. Ma anche le tartarughe", spiega. "Perché consentono una texture a effetto scenografico. Negli ultimi anni ho anche dato spazio al martellare delle lastre d'argento, tecnica capace di regalare chiaroscuri meravigliosi".

La prossima collezione primavera-estate sarà dedicata ai fuochi d'artificio: "Abbiamo puntato su pietre dure dai colori sorprendenti". Come sorprendente è stata, lo scorso autunno, la capsule a edizione limitata di anelli ispirati ai 5 continenti, arrivata dopo la mostra Il giro del mondo in 80 gioielli che Raspini ha allestito a Monte San Savino, in un antico palazzo del Quattrocento che ha trasformato in un museo. Ennesimo omaggio all'amata Toscana. ©RIPRODUZIONE RISERVATA