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Photo by Crystal Shaw on Unsplash
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Il sesso dopo i figli? Ecco come ritagliarsi momenti preziosi di intimità

Mantenere la complicità sotto le lenzuola quando si diventa genitori è un impegno quotidiano, spesso messo a dura prova da pensieri, ritmi frenetici e stanchezza. Per la sessuologa Marta Giuliani il primo passo è il dialogo e poi "ricordare che il letto è uno spazio esclusivo e, in quanto tale, va protetto"

4 minuti di lettura

Quando la vita incalza, i ritmi frenetici incombono e le responsabilità premono, soprattutto se oltre al lavoro si aggiunge l'accudimento dei figli, è possibile che a farne le spese siano l'intimità e l'intesa sessuale, anche in quelle coppie consolidate in cui mai, ritrovarsi sotto le lenzuola, era stato un problema. Certo è necessario tratteggiare il contesto, se si tratta per esempio di una coppia giovane alle prese con il primo figlio o di partner di lungo corso che hanno ceduto il passo all'abitudine.

Come fare se le urgenze genitoriali spingono a concentrarsi sui figli ma la passione e la voglia di stare insieme non si è spenta? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Marta Giuliani, Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa, Consigliera presso Ordine Psicologi Lazio e Coordinatrice del Gruppo di Lavoro Psicologia e Sessualità.

Come cambiano gli equilibri sessuali quando arriva un figlio?

"L'arrivo di un figlio irrompe prepotentemente nella vita della coppia e comporta un profondo e radicale cambiamento, a partire dalla costruzione individuale del nuovo ruolo di genitore fino ad arrivare alla riorganizzazione totale dei propri spazi e tempi. Diverse coppie, infatti, raccontano di una diminuzione o di un totale annullamento dell'intimità a causa delle continue richieste del bambino, della profonda stanchezza e della mancanza di spazi di intimità e solitudine. Certamente questi elementi sono centrali ma non sono gli unici. Nella donna, ad esempio, l'ansia dell'accudimento, gli sbalzi ormonali e le difficoltà fisiologiche tipiche del parto e del puerperio, il possibile insorgere di sentimenti di inadeguatezza dovuti ai radicali cambiamenti fisici della gravidanza e alla stanchezza emotiva tipica del periodo possono avere un impatto importante sul benessere sessuale, in particolare sui livelli di desiderio e di piacere. A queste difficoltà femminili si possono aggiungere anche quelle maschili come il timore di provocare dolore alla propria compagna, la frustrazione di sentirsi escluso dal processo di accudimento, la visione della donna solo come madre e non più come compagna di giochi e di piacere. Tutti questi elementi concorrono ad alimentare un graduale ritiro dalla relazione sessuale con un conseguente aumento della distanza della coppia che può protrarsi per anni"

E le coppie navigate con figli grandi come ritrovano l'intimità perduta?

"Gli studi e l'esperienza clinica ci dicono che non tutte le coppie con figli subiscono una brusca interruzione della sessualità. Coloro che prima della gravidanza avevano una buona intesa sessuale riusciranno con più facilità a riappropriarsi di questa sfera anche dopo il parto, ritagliandosi degli spazi e investendo su nuove forme di complicità. Se invece c'erano già problemi evidenti o latenti è più facile che la nascita di un bambino possa acuire la distanza, a prescindere da quanti anni abbia il figlio. Che alcune routine cambino è ovvio, che i tempi a disposizione diminuiscano e le preoccupazioni aumentino è altrettanto evidente. Più la distanza e la frattura di coppia si protrae nel tempo più si fa profonda e diventa complesso - dopo anni - ricostruire quell'intimità. Ed ecco quindi che le urgenze genitoriali, specifiche per ogni periodo di vita dei figli, e le incombenze della vita quotidiana diventano gli unici elementi di comunicazione tra i partner".

Ciò che ci allontana (e come ritrovarsi)

"Per quanto riguarda le coppie giovani che hanno appena avuto un bambino i fattori possono essere molteplici e di natura biologica (mancanza di lubrificazione, dolore genito-pelvico post partum, alterazioni ormonali), sociale (difficoltà ad adattarsi al nuovo ruolo genitoriale, cambiamento di ruoli, mancanza di una rete di supporto sia emotivo che pratico), psicologica (percezione negativa della propria immagine corporea, abbassamento del desiderio, sentimento di inadeguatezza, preoccupazioni e ansia, disturbi dell'umore) e relazionale (basso livello di comunicazione di coppia, dinamiche conflittuali, percezione di un basso desiderio da parte del/della partner, dinamiche pregresse)".

"Nelle coppie con figli più grandi possiamo ritrovare la maggior parte delle motivazioni delle coppie più giovani che si sommano con gli squilibri ormonali ed emotivi legati al periodo della menopausa; con l'insorgenza di patologie cliniche che possono avere una ricaduta importante sulla sessualità - come ad esempio il diabete o l'ipertensione-; con le difficoltà sociali legate al lavoro, al pensionamento o ad eventuali problematiche economiche; ma anche con lo stigma sociale e i pregiudizi culturali che purtroppo ancora limitano fortemente l'espressione sessuale dell'individuo".

Ci sono indizi che possono segnalare che c'è qualcosa che non va sul fronte sessuale? 

"Pur essendo l'assenza di rapporti sessuali una variabile importante e inequivocabile di una fragilità individuale o di coppia, è la passiva accettazione di questa situazione a dover essere considerata un vero e proprio campanello di allarme. Spesso, infatti, non ci sono davvero gli spazi o le occasioni per ritagliarsi un momento di intimità tutte le volte che uno vorrebbe, ma ciò che dovrebbe sempre rimanere vivo è il desiderio e il tentativo - reale - da parte di entrambi i partner di mettere in atto alcune strategie per riuscire a stare insieme. La discriminante tra "impedimento oggettivo" e "alibi" è proprio l'intenzionalità e le emozioni che sottendono la scelta. Inoltre, se uno dei due partner inizia progressivamente ad evitare momenti a due e a rifiutare qualsiasi tipo di contatto corporeo o di tenerezza è molto probabile che stia vivendo con disagio quei momenti ed è importante non ignorare questi segnali, che possono essere indicativi o di una problematica di coppia o di una fragilità individuale".

Esiste una formula per "salvare" l'intesa sessuale di coppia?

 

"Il primo elemento necessario è il dialogo. Poter condividere vissuti, preoccupazioni, bisogni e desideri diminuisce la distanza tra i partner, aumenta il livello di intimità e favorisce la complicità nel trovare soluzioni e strategie. Poi mantenere il più possibile il letto come uno spazio esclusivo. È piuttosto comune che il letto matrimoniale diventi - anche per comodità - un territorio condiviso. Ma quella che può sembrare un'iniziale soluzione per gestire i risvegli notturni di un neonato rischia di allontanare fisicamente i partner, andando a diminuire drasticamente quei piccoli momenti di condivisione quotidiana, non per forza sessuale, che rinforzano l'intimità di coppia. Consiglierei anche di restare in 'contatto'. Di qualsiasi contatto si parli, sia esso un bacio, un abbraccio, uno sfioramento o un rapporto sessuale, è importante coltivare la fisicità della relazione che permette non solo di sentirsi confortati e accuditi, ma anche di mantenere un adeguato livello di complicità e gioco seduttivo. Infine, concedersi tempo di qualità.  Si sa che il tempo a disposizione cambia radicalmente, che le esigenze della vita quotidiana prendono il sopravvento e la possibilità di stare insieme da soli diminuisce. È importante allora ridefinire quel tempo puntando più sulla qualità che sulla quantità, per poter trovare degli spazi settimanali per la coppia (siano essi una passeggiata, una cena fuori, un film a notte fonda sul divano) in cui poter coltivare il dialogo e il contatto fisico allo scopo di riaccendere l'intimità sessuale o evitare che si affievolisca".