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Lettori si diventa: come incoraggiare i propri figli ad amare i libri

Lettori si diventa: come incoraggiare i propri figli ad amare i libri
Come far apprezzare i libri ai giovanissimi che sembrano refrattari alla cultura? Come 'accendere la scintilla' della passione letteraria in chi non la prova? Due psicologi cercano di rispondere a questi ed altri quesiti nel terzo volume della collana Genitori si diventa, dedicato al rapporto tra i ragazzi e le storie di fantasia
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È vero che i giovani d’oggi non leggono più? Secondo i dati Istat pubblicati lo scorso gennaio (relativi al 2019, quindi pre-pandemia) il numero dei lettori italiani è piuttosto stabile, e indica che circa il 40% della popolazione dai 6 anni in su ha letto almeno un libro l’anno. All’interno di questa percentuale la quota più alta di lettori è proprio quella dei giovani: 54,1% tra i 15 e i 17 anni, e 56,6% tra gli 11 e i 14 anni. In particolare, le ragazze tra gli 11 e i 19 anni sono le lettrici più forti: oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno.

Sono dati che apparentemente sembrano smentire il quesito di partenza, ma osservandoli da un’altra prospettiva risulta che una enorme fetta di popolazione giovane (circa il 44%) non legge neanche un libro all’anno. Ma perché alcuni bambini e ragazzi leggono tanto, altri poco, altri ancora sembrano essere totalmente refrattari alle storie letterarie? E come avvicinare i propri figli ai prodotti culturali instillando in loro la passione per i libri?

Provano a rispondere a questi quesiti Vittorio Lingiardi e Guido Giovanardi, autori del terzo volume della collana Genitori si diventa, progetto editoriale di Claudia Arletti curato dal Gruppo Gedi in collaborazione il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi. Si intitola “Perché non leggi un po’? Classici, maghetti e graphic novel” (lo potete acquistare qui) e parte da un importante presupposto: “le espressioni artistiche rappresentano un’esperienza necessaria per lo sviluppo cognitivo e affettivo dei giovani e dei giovanissimi, poiché costruiscono linguaggi e narrazioni in cui ci rispecchiamo e che sono capaci di aumentare la conoscenza di noi stessi e del mondo”.

Leggere è dunque importante, anzi, fondamentale, sin dalla prima infanzia, ma attenzione a non imporre mai la fruizione della cultura: come sottolineano Ligiardi e Giovanardi “Non servono costrizioni: il rapporto dell’essere umano con la cultura e con le storie è profondo e radicato. La sfida principale è ristabilire un contatto con un’esperienza antica, per la quale siamo intimamente predisposti: si tratta di accendere una fiamma, sperando che basti solo una scintilla”.

Il libro è dedicato a tutti quei genitori che hanno regalato il romanzo più importante della loro adolescenza ai propri figli e vivono la cocente delusione di vederlo impolverarsi sul comodino, con il segnalibro fermo a pagina cinque: a tutti loro gli autori del volume ricordano che è importante "non avere una concezione ristretta e canonica di ciò che è cultura, e non limitarsi a proporre o apprezzare solo il nostro modello".

Il punto è dunque: come accendere la sopra-citata fiamma? Nel libro i due psicologi propongono numerosi consigli e utili approfondimenti sull’importanza delle fiabe e delle storie, spiegano come il rapporto con la lettura possa essere incoraggiato sin dalla più tenera età, e offrono spunti di riflessione relativi ai generi letterari per ragazzi. Naturalmente, non trascurano di analizzare il contesto attuale, che vede un’infanzia e un’adolescenza profondamente legate ai social e al mondo virtuale.

A proposito di tecnologia, alla quale spesso si da la colpa della poca passione per la cultura, gli autori forniscono un importante suggerimento: “Il primato della tecnologia che caratterizza il nostro tempo, quello in cui i vostri figli stanno crescendo, non è da demonizzare in toto, anzi può offrire nuove possibilità per sperimentazioni creative e nuovi piani di incontro tra culture passate e presenti”.

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