Racchiudere un giorno in una casa, vivere in una serata il ciclo solare di un'intera giornata. Questa è la nuova frontiera della ristorazione e dell'esperienza che un ristorante gourmet regala ai suoi ospiti. Lo spettacolo si svolge in quattro ore, dalle 20 (l'alba) alle 24 (il tramonto): le luci del ristorante riproducono le variazioni della luce solare con il variare delle ore e creano un microclima artificiale che permette alle piante esotiche all'interno del ristorante di sopravvivere.

Dove vivere un giorno in una cena
Trovate questa avvenieristica esperienza da Acqua Restaurant a Olgiate Olona, in provincia di Varese. Struttura moderna all'estero, all'interno sembra di cenare in una nave di lusso realizzata solo in materiali naturali. E con una teca di piante tropicali. Il progetto è quello di Davide Possoni e Andrea Marcella e nasce come evoluzione del Ma.Ri.Na, storico ristorante – stella Michelin dal 1997 – che rimane uno dei punti di riferimento per il pescato in Lombardia. E mentre si “vedono” scorrere le ore della giornata, il percorso degustazione a tema ittico guizza nelle mani degli avventori. “Immergersi nel gusto”, il claim del ristorante, si riscontra anche nei bicchieri, elaborati per creare giochi di luce che ricordano le bolle delle onde del mare, cerchi concentrici, che si intrecciano, cambiando il loro diametro e la loro forma, sino a diventare elittica, al “tramonto”. Ovvero verso il termine della cena.

Lo chef del ristorante “da un giorno intero”
In cucina, a rubare la scena a questi giochi sofisticati è un giovane con le carte per replicare e conquistare la stella di Ma.Ri.Na, Alessandro Menoncin, classe 1988, con un bagaglio d'esperienze culinarie che fa il giro del globo, dai cinque anni a Londra con l’esperienza più significativa al Bulgari Hotel London da Alain Ducasse, al Peru, da Gaston Acurio al Astrid y Gastòn di Lima. Da Acqua regnano i vegetali e il pescato del giorno, i cui richiami si trovano anche nel mobilio, nella teca di piante esotiche, nei piatti artigianali e nel design del locale. Un menu degustazione da 5 o 7 portate scelte dalla cucina.

Dagli entrée che si dividono tra freddi, come l’insalata di granchio, pompelmo e cavolfiore, il salmone affumicato home made o le più classiche cruditée, che richiamano il risveglio, l'alba e la brina di una fredda nottata, per passare a quelli espressi e più audaci come il merluzzo carbonaro, con pesteda, lenticchie e mandarino o ancora la coda di astice poché, sedano rapa e zabaione al balsamico, ci si riscalda, in attesa dell'arrivo di mezzogiorno, nel momento in cui il ristorante sarà più illuminato, ovvero al momento dei primi.

Ecco arrivare nella sua magnificenza il risotto agli scampi, riduzione di passito e foie gras, sotto i riflettori e il calore che le piante esotiche apprezzano, per passare al pomeriggio, con la luce calante e l'arrivo della cernia arrostita con verza e salsa di cassola. In accompagnamento al ritmo di piatti, luci e ombre, una cantina di oltre 800 referente world wide, dall'Italia alla Francia, passando dalla Napa Valley, fino a spingersi ai “confini del mondo” con i vini australiani, della Nuova Zelanda o cinesi.