Oggi siamo sui colli bolognesi, e più esattamente a Monte San Pietro, in un complesso di tenute e ambienti che raccontano la storia di una famiglia arrivata a Bologna nel Duecento (ancora oggi una delle zone più belle del centro cittadino porta il loro nome) e capace di produrre vini per il fiorente mercato cittadino fin dal 1456, come testimoniato dall'atto di acquisto custodito nell'Archivio Isolani. Sono di un secolo dopo, invece, l’imponente Palazzo Senatorio Isolani che, ancora oggi, è ricco di fascino e domina la proprietà, e le suggestive cantine scavate nella roccia arenaria.
Oggi, la proprietà è nelle salde mani dei fratelli Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani (che è presidente del Consorzio dei produttori dei Colli Bolognesi), e si distingue anche per la pregevole ricettività, rendendola una meta preziosa legata all’enoturismo.
Immutato il panorama dei vigneti – sedici ettari e 30 mila bottiglie annuali – a dimora ad altezze di 210 metri su terreni sedimentari argillo-sabbiosi, dove sono presenti i classici vitigni dei Colli, quindi pignoletto, cabernet sauvignon e merlot coltivati in regime biologico.
E in particolare, la teoria dei Pignoletto che si può conoscere è da manuale. A partire dal Colli Bolognesi Pignoletto Frizzante Rifermentato in bottiglia che è un piccolo capolavoro: ha colore giallo dorato, un profumo di miele e di agrumi, in bocca è pieno con una sapidità intensa e un finale dove arriva la mandorla.
A seguire, il Colli Bolognesi Pignoletto Frizzante che ha un naso di biancospino e fieno, note citrine e una tonalità verde che invita a soffermarsi. La bollicina – rara avis – è fine, in bocca è asciutta con una chiusura che evoca la mela cotta.
Il Colli Bolognesi Pignoletto Spumante Brut è invece un metodo Charmat cremoso, con profumi più fruttati e polverosi, quasi di talco; in bocca è vivo, fresco e di buona sapidità.
Ma i Colli Bolognesi hanno raccontato anche notevoli declinazioni sui vini rossi e nel loro Rosso Bologna 2018, vinificato in acciaio, emerge tutta l'eleganza del cabernet sauvignon che marca il territorio con i suoi profumi di peperone affiancato da cola e incenso. In bocca è ampio, con una speziatura finissima.
Cresce d'intensità il Rosso Bologna Riserva 2012 che al naso ricorda la prugna sotto spirito e la noce che ritorna anche nel retrogusto. Spicca la parte tannica. Vinificato in barrique, dalla vendemmia successiva affina invece in cemento.
Celebrativo il Rosso Bologna Riserva Palazzo di Montevecchio 2009 – oggi in commercio anche il 2012 - che ha un naso dove a dominare sono i terziari e le note di botte mentre al naso lascia un piacevole aroma di caffè. Grandiosi tutti, a segnare un territorio, quello dei Colli Bolognesi, che può scrivere nuove pagine di unicità e qualità.
Montevecchio Isolani dal 1456
via San Martino, 5 - Monte San Pietro (Bo)
tel. 051231434
Una bottiglia di Colli Bolognesi Pignoletto Frizzante Rifermentato in bottiglia: euro 14