Non è certo il loop temporale di “Ricomincio da capo” del 1993 dove Phil Connors (Bill Murray) vive all’infinito lo stesso giorno, o più recentemente “Edge of tomorrow” del 2014 con Tom Cruise, ma con il Covid-19 si ha una sensazione molto simile. Un interminabile ondivagare di infezioni massicce, seguite da una pseudo quiete e poi nuovi picchi. Ad oggi, siamo ancora nel mezzo della tempesta infettiva derivante dalla circolazione massiva del Covid-19, o forse è meglio dire: alla settima delle sue varianti OMICRON. Queste varianti sono molto più diffusive ed invasive ma dagli esiti meno gravi, almeno per la maggior parte degli infettati. Col Covid-19, grazie ad uno studio su The Lancet Diabetes and Endocrinology i colleghi inglesi hanno appurato che nel Regno Unito la vaccinazione contro il COVID-19 riduce in modo significativo il numero di casi di infezione grave in tutti i pazienti, indipendentemente dal peso corporeo. L'efficacia del vaccino è simile nei pazienti che hanno un indice di massa corporea (BMI) più alto, cioè per gli obesi, sia per i normopeso. Nei soggetti sottopeso invece, l’effetto positivo del vaccino si è dimostrato leggermente inferiore.
Una scoperta in controtendenza rispetto ai primi screening, forse ciò è imputabile al fatto che tali soggetti, ritenuti più protetti dalla magrezza, siano stati vaccinati meno. Questi risultati dovrebbero tranquillizzare obesi o sovrappeso, sapendo che l’efficacia dei vaccini è trasversale e risulta simile a prescindere dal peso corporeo. Questa valutazione nasce dall’analisi dettagliata delle cartelle cliniche di oltre 12 milioni di pazienti britannici registrati su QResearch, un archivio di informazioni sanitarie a disposizione dei ricercatori. Sono stati inclusi nello studio, 9.171.524 pazienti sopra i 18 anni che non erano stati precedentemente infettati da SARS-CoV-2. I partecipanti sono stati suddivisi in base al BMI in quatto gruppi: obesi, sovrappeso, normopeso e sottopeso. Nell'analisi sono state prese in considerazione anche caratteristiche come età, sesso, fumo e stato socioeconomico, e degli oltre 9 milioni di partecipanti 566.461 sono risultati positivi per SARS-CoV-2 dall'8 dicembre 2020, data del primo vaccino somministrato nel Regno Unito, al 17 novembre 2021, scrivono gli autori, che per comprendere l'efficacia del vaccino hanno confrontato il rischio di malattia grave nei vaccinati rispetto ai non vaccinati almeno 14 giorni dopo una seconda dose.
Si è scoperto che il vaccino offre un'elevata protezione in tutti i gruppi di BMI, ma con un effetto leggermente inferiore proprio nelle persone sottopeso, che avevano circa metà delle probabilità di essere ricoverate in ospedale o di morire rispetto ai non vaccinati con il medesimo BMI. Occorre sempre un certo scrupolo nell’individuare il giusto vaccino per ciascun soggetto, soprattutto per i fragili, ciò è compito dei benemeriti medici di base e medici vaccinatori, che effettuano anamnesi e screening opportuni, valutando e somministrando le dosi dovute. Il vaccino protegge tutti ma un corretto stile di vita comportamentale e alimentare è sempre auspicabile, perché mette al riparo da una serie di patologie, capaci di abbassare la qualità della vita. Proprio tali patologie rendono fragile anche il sistema immunitario esponendo maggiormente il soggetto a malattie e anche alle infezioni.