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Guglielmo e Loris Volpe: una vita per il gambero rosso di Sanremo

Una cassetta del gambero di Sanremo sul peschereccio "Furore"
Una cassetta del gambero di Sanremo sul peschereccio "Furore" 
Appartengono a una famiglia di pescatori: “Lavoro faticoso, orari impossibili. Le nostre reti non toccano mai il fondo”
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«Il lavoro è molto faticoso, ha orari impossibili. Ci alziamo all’1,30 la notte e torniamo alle 18 o 18,30 in porto. I ritmi sono pesanti. Quello che ci spinge è la passione per il mare. Vedo l’alba tutti i giorni, in mare aperto, e penso a mio padre, che mi ha trasmesso l’amore per il mare e la voglia di fare questo lavoro. Lui si faceva il segno della croce ogni giorno, al sorgere del sole». Guglielmo Volpe ha il volto abbronzato tutto l’anno, solcato da rughe disegnate dal vento e dal freddo. A bordo del suo "Furore", uno dei nove pescherecci della flottiglia sanremese, pesca il pregiato gambero rosso di Sanremo, prodotto di eccellenza del Ponente ligure. Una vita di fatica, è vero, ma anche con tante soddisfazioni. E la passione l’ha trasmessa ai figli, che ora lavorano con lui in barca. Loris Volpe ha soltanto 25 anni, ma ne ha quasi 10 di esperienza in mare: «Il mare è tutto. Quando siamo al largo, puoi fermarti un secondo, guardare l’orizzonte. Pensare nel silenzio».

Il gambero rosso di Sanremo, che soltanto un paio di anni fa è stato al centro di una contesa internazionale sui confini italo-francesi, visto che alcune delle secche dove si trova in quantità sono vicine alla linea di frontiera e le imbarcazioni rischiano di lambirla nelle manovre, è unico per le sue caratteristiche organolettiche: rosso acceso, squisito crudo o al massimo scottato appena. Ha ottenuto la Deco (la Denominazione comunale) che ne certifica la qualità ed è già una Igp (Indicazione geografica protetta) dell’Unione europea. Si pesca al largo di Sanremo soprattutto, «ma come ogni stagione ha il suo frutto, ogni periodo, in mare, ha la sua zona di pesca – aggiunge Guglielmo Volpe – e noi sappiamo dove andare a cercarli». Così l’area dove si trova il gambero rosso è ampia: va da Ventimiglia all’isola Gallinara, davanti ad Albenga nel Savonese. 

La famiglia Volpe, pescatori del gambero rosso di Sanremo
La famiglia Volpe, pescatori del gambero rosso di Sanremo 

«Il Covid ci ha messo in ginocchio – racconta Calogero Volpe, un altro pescatore – Con le chiusure dei ristoranti abbiamo quasi fermato i guadagni». Intanto, alcuni pescatori si sono organizzati con un furgoncino per la consegna a domicilio del pescato, un servizio nato con il lockdown, per provare a recuperare almeno le spese: «Se esci in mare i costi ci sono – raccontano – sia che peschi tanto, sia che peschi poco. Sia che vendi il pescato, sia che non lo riesci a vendere». Il furgoncino del Furore consegna a Sanremo e dintorni il gambero rosso, nelle sue varie qualità e prezzature. Ora gli acquirenti sono soprattutto i privati, anche se pochi ovviamente. Ma il gambero rosso di Sanremo si trova soprattutto sui tavoli dei migliori ristoranti della Riviera, allo stellato Mirazur dello chef Mauro Colagreco a Mentone, anche in alcuni ristoranti del Piemonte («Prima prendevano il gambero di Mazara, poi hanno assaggiato il nostro», raccontano i pescatori) e anche in alcuni ristoranti del Savonese.

Il ristorante stellato Mirazur a Mentone
Il ristorante stellato Mirazur a Mentone 

 

«Quando siamo al largo - racconta Loris Volpe - incontriamo spesso delfini e balene. Con il mare calmo, i delfini si posizionano davanti alla barca, per giocare con le onde. Quando andavo a scuola non vedevo l’ora di poter salire in barca con papà, era questo il mio sogno. La prima settimana di lavoro ho patito il mare tutti i giorni, stavo male. Temevo di non farcela. Mi padre mi ha detto di avere pazienza. Alla fine lo stomaco si abitua e si può navigare in qualunque condizione, senza problemi».
Non più di 200 tonnellate in un anno: il gambero rosso di Sanremo non è un prodotto di grandi quantità. Puntano tutto sulla qualità, infatti, i pescatori: «Abbiamo un apparecchio che crea il ghiaccio con l’acqua di mare - racconta ancora Guglielmo Volpe-. Questo consente di mantenere i gamberi freschissimi, come fossero appena pescati. Non solo. Abbiamo sensori che consentono di stabilire con precisione la profondità a cui calare le reti: in questo modo possiamo pescare a strascico ma senza di fatto toccare il fondo e quindi senza rovinare l’ambiente marino. Perché l’obiettivo è pescare, certo, ma vogliamo che il mare che ci dà da mangiare sia in salute e lo sia più a lungo possibile». 

Una panoramica del mare di Sanremo 
Una panoramica del mare di Sanremo  

La fatica nonostante le tecnologie resta comunque tanta. E’ un lavoro fisico, usurante, anche se non sulla carta: «Ho 62 anni, lavoro da quando ne ho 14, con mio padre, che ha iniziato qui a Sanremo la pesca del gambero rosso. Da due anni cerco di andare in pensione ma ancora non riesco, devo aspettare un po’. Poi, certo, non starò sempre a terra. Il mare ti manca, quando lo vivi ogni giorno per una vita: so già che salirò in barca di tanto in tanto».