Un giorno tra gli stand aspettando Fico: operai, mozzarelle, chianine e stress
Emilio Marrese
Bologna: reportage nel parco del cibo voluto da Oscar Farinetti, che sarà inaugurato il 15 novembre: "Puntiamo a 11mila visitatori al giorno, con una spesa di 22 euro a testa". Seguici anche su Facebook
Aggiornato alle 2 minuti di lettura
Elmetti gialli e uova appoggiati accanto, negli uffici. Oscar Farinetti che gira per il cantiere, come Topolino a Disneyland (o Zio Paperone). La mucca maremmana, già bella pettinata a festa, che si guarda attorno un po’ perplessa, appena sbarcata. La prima mozzarella nata qui, fiocco bianco in casa Granarolo.
Viaggio nel cantiere di Fico, Fabbrica Italiana COntadina - Eatalyworld, per vedere in anteprima, finalmente, quello di cui si parla da anni e che dal 15 novembre sarà aperto a tutti, funzionante - garantiscono - al 100 per cento in tutte le sue attrazioni. È tutto ancora per aria, ma l’atmosfera è serena: si sgobba duro, si martella, si asfalta, si scarica, si monta in un clima ovattato, all’apparenza senza affanni o tensioni particolari in quello che lo stesso artefice Farinetti ha definito “un mese di panico”, quello del rush finale prima del taglio del nastro col premier Gentiloni. Dopo tanti rinvii, ci siamo.
Sensazione sincera e istintiva, al netto di ogni pregiudizio ideologico? È un’idea geniale dall’alto potenziale che prende corpo gradevolmente, sul piano estetico, e offreenormi possibilità. Volando bassi, meglio un pomeriggio qui che in un centro commerciale.Volando più alti: agli stranieri, alle aziende e soprattutto alle scuole dovrebbe piacere tanto. Basta non aspettarsi, sentendo parlare di allevamenti e coltivazioni, distese di campagne e mandrie: sono grandi aiuole o piccoli recinti a scopo didattico e ludico, quelli nei quali sono stati appena piantati vitigni, meli, ulivi, e rinchiusi i primi animali dei duecento che abiteranno qui fino a morte naturale tra bovini, ovini, caprini , equini eccetera. Siamo pur sempre in una spianata di dieci ettari fin qui grigi e anonimi della periferia bolognese, mica colline toscane o pascoli alpini. Però la gente di città potrà scoprire la differenza tra una chianina, una romagnola, una maremmana e una podolica (e anche le stesse rappresentanti ieri mattina erano intente a studiarsi per scoprirla).
E poi come si fanno il grana, il parmigiano, la mortadella, la mozzarella, la pasta, il vino, l’olio e così via. C’è anche la tartufaia dove andare in cerca col cane (il loro, non il vostro) del prezioso tuber. E ancora campi di beach volley e paddle, libreria, 45 punti ristoro dal panino allo chef stellato, quaranta laboratori a vista, lo spazio per show cooking, la sala congressi da mille posti (divisibile però in cinque aree, all’occorrenza), le sei giostre multimediali tematiche (fuoco, acqua, terra, mare, animali e futuro), le filiere produttive (tranne la macellazione), le citazioni di Shakespaere, Jobs e Springsteen alle pareti, il meglio del design italiano negli arredi, trenta eventi di media al giorno, la fondazione per l’educazione alimentare.
Appena entrati (gratis) si troverà il desk informativo di Bologna Welcome, un’area Unesco sulle nostre bellezze, il primo spazio interattivo (sul fuoco) e - zazazàn - “Mortadella World”, il laboratorio dove si vede come viene insaccato il salume più celebre di Bologna. Il percorso è una L coperta di 80 mila metri quadrati (bici disponibili). Prima il lato lungo, con cucine e fabbriche a vista, le botteghe, e in mezzo i chioschi per mangiare; al gomito, la libreria, l’area sportiva, le pasticcerie, le sei aule (da ieri ci si può iscrivere on line ai corsi pratici), e solo alla fine il mercato di novemila metri quadrati coi prodotti in vendita e le casse. Fuori, su una superifcie du due ettari, oltre a stalle, pollaio, frutteti, orti e campetti di cereali, la serra degli agrumi e, in mostra, gli strumenti di lavoro, dall’aratro a mano fino al drone. «Siamo messi beni, pronti , e felici di aver dato tanto lavoro ai giovani.
La previsione è una spesa di circa 20-22 euro per ogni visitatore - dice Tiziana Primori, ad di Eataly World Bologna -. Puntiamo come noto a sei milioni di ingressi nel terzo anno di vita, partendo dai quattro del primo». Cioè undicimila presenze e 240 mila euro di incasso quotidiano dal 15 novembre. Il tempo previsto minimo di permanenza è di tre ore pasto incluso, tra le 10 e mezzanotte. Le agenzie Robintour hanno già messo in vendita tre pacchetti turistici, a giorni l’accordo con Trenitalia. Mamma, butta la pasta.