E' tutta colpa sua, o quasi. Bob Lewis è l'uomo che ha portato i piccoli agricoltori a New York, una sorta di quarto stato in marcia verso l'Empire State Building. Quando lo fece la prima volta, quarant'anni fa, Union Square divideva due quartieri pochissimo raccomandabili di Manhattan. Da una parte il Meat Packing, sequenza ininterrotta di magazzini di macelleria, dall'altra l'East Village, oscura terra di nessuno. In mezzo, ladri, spacciatori e la Factory di Andy Wharol, con i suoi artisti in perenne bilico tra lusso e disperazione.
Oggi la piazza ospita un magnifico giardino, con panchine e tavolini affollati di turisti e cittadini che divorano i mega hamburger di Shake Shack, chattando col mondo grazie al wi-fi gratuito. Ma tutti la conoscono soprattutto per il suo green market, che ogni fine settimana attira l'intera Manhattan, dalle ricche signore dell'Upper East Side agli alternativi di Orchard Street. Per Lewis, la diffusione del verbo contadino, più che un mestiere suona come una missione. Così, dal 1976 il manager specializzato in organizzazione e sviluppo del commercio agricolo ha attivato altre decine di piccoli mercati: cinquanta disseminati nei cinque quartieri della città e ben cinquecento nello Stato di New York. "Considero un miracolo offrire a centinaia di migliaia di persone la possibilità di conoscere che cos'è il cibo reale, le facce di chi lo produce, l'idea non solo di un cibo etico, ma della vita etica che contraddistingue il movimento del Green Market".
Ma non è per seguire il trend del momento che Lewis ha scelto Seaport come sede di un nuovo mercato contadino, il primo all'interno di un edificio. Al contrario, nel quartiere dello storico mercato del pesce - oggi dislocato nel Bronx - la sua realizzazione è a tutti gli effetti una vittoria della comunità locale, che ha lottato perchè nel progetto di rivalorizzazione dell'area fosse inserito uno spazio dedicato al cibo e cancellata la costruzione di un grattacielo, destinato a rovinare la vista sul ponte più famoso del mondo. A intercedere per gli abitanti di Seaport, Christine Quinn, portavoce dell'ex sindaco Bloomberg, sensibilissima alle tematiche sociali connesse al cibo. I manager della Howard Hughes Corporation, che trasformerà il piano urbanistico in condomini e affini, hanno dovuto piegarsi.
"Sono cresciuta cucinando in una casa che accoglieva tutti. Alla nostra tavola c'era sempre gente: parenti, amici, amici di amici. Sformati e ripieni, lunghe cotture e dolci meravigliosi: ero sempre con le mani in pasta... Mia madre è stata una grande cuoca, e anche adesso che fatica a muoversi, le basta un'occhiata per capire se un piatto funziona, se una ricetta va cambiata. Dopo la laurea siamo partiti, Giovanni voleva tornare a casa e io l'ho seguito. Ci siamo specializzati a Harvard, lui cardiochirurgo, io psichiatra infantile. Ma senza mai smettere di cucinare". Una passione infinita trasmessa ai due figli, il primo imprenditore agricolo, "con animali liberi al pascolo, che qui chiamano grass fed, nutriti a erba", la seconda a fianco della mamma nella nuova avventura. "Avevamo un ristorante a Brooklyn, Pazzi Pasta, che ha chiuso a fine anno. Purtroppo qui se una zona commercialmente funziona, al momento di rinnovare il contratto l'affitto viene raddoppiato e più. Non potevamo permettercelo. Ma questa è una sfida straordinaria: contiamo di avere una cucina centrale, dove offrire un menù realizzato solo con prodotti locali, e poi tanti chioschi con le cucine dei paesi rappresentati a Seaport. Faremo anche scuola di cucina e didattica sulle materie prime. Personalmente, dall'Italia faccio arrivare solo extravergine e passata, che qui ancora non riusciamo a trovare veramente buona. Del resto, il nostro sole e la nostra terra sono unici...".
Intanto, Sandra cucina durante i week end. Parte dalla sua casa nei boschi del New Jersey con pentoloni pieni di minestrone (squisito) perchè i lavori sono ancora in corso e il mercato è confinato in due grandi stanze affacciate su Front Street, mentre la figlia Francesca impasta gli gnocchi e nel tavolo comunitario Bob accoglie i produttori che vogliono aderire al nuovo progetto. Molti di loro sono stati immortalati in "Organic - Organic Farmers of the Hudson Valley", appassionato reportage curato dal fotografo Francesco Mastalia, i cui ritratti campeggiano in formato king-size sui muri del futuro mercato.
Sandra è determinata: "Mio marito si è stancato di operare cuori rovinati dal cibo-spazzatura. Ha fatto master, scritto pubblicazioni, continua a predicare che mangiare bene è indispensabile per una vita lunga e sana, la prima e più importante medicina preventiva che esista. Anche per questo, se il progetto funzionerà, lascerò il lavoro e farò la cuoca a tempo pieno".
I contadini invadono New York. E un'italiana cucina per loro
Licia Granello
La storia di Bob Lewis, l'uomo che ha inaugurato oltre 50 mercati agricoli nei quartieri della città: "Insegno agli americani cos'è il cibo genuino". Nell'ultimo nato anche un ristorante, gestito dalla catanese Sandra Cammarata