Sbloccati i fondi per il Reddito energetico, la misura nazionale destinata a finanziare l'installazione dei pannelli solari per l'autoconsumo, con particolare attenzione alle famiglie a più basso reddito. È stata infatti pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la delibera del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, che dà il via libera al trasferimento di 200 milioni al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, che dovrà gestire operativamente il Fondo nazionale per il reddito energetico. Il Fondo potrà garantire finanziamenti su tutto il territorio nazionale anche in aggiunta agli interventi già previsti a livello regionale e comunale.
Le regole di base
La finalità dichiarata del Fondo, istituito ufficialmente nel 2020, ha il duplice obbiettivo di contribuire a tagliare le bollette e a favorire la diffusione delle fonti rinnovabili, arrivando a coinvolgere anche le realtà più svantaggiate, a partire da coloro che sono nell'impossibilità di partecipare, o non possono essere coinvolti in prima battuta nella partecipazione diretta alle comunità energetiche. I contributi saranno erogati in conto capitale, oppure potranno essere previste garanzie a copertura dei costi di investimento per la realizzazione degli impianti. Oltre ai 200 milioni di euro a disposizione per il 2023 sono già stati previsti fondi per altri 200 milioni da utilizzare complessivamente nel biennio 2024-2025 con le stesse finalità.
Contributi e redditi
Anche se le modalità di costituzione e funzionamento del Fondo nazionale, come pure i requisiti specifici degli impianti e dei soggetti beneficiari dell'incentivo, dovranno essere definiti con un apposito decreto da parte del ministero, è certo che i finanziamenti a fondo perduto a copertura dell'investimento saranno distribuiti prioritariamente ai contribuenti con Isee più basso. Il Fondo, infatti, nasce espressamente per combattere la povertà energetica e intervenire nelle situazioni di disagio sociale prevedendo interventi stutturali diversi da quelli del sostegno immediato o dei bonus sociali per il pagamento delle bollette.
Rendimento minimo degli impianti
Gli interventi fatti finora con le stesse finalità a livello locale tramite il Reddito energetico regionale, si basano su un meccanismo che prevede che il fondo si autoalimenti con i proventi della vendita dell'elettricità prodotta in eccesso dagli impianti che hanno ricevuto i finanziamenti. Per questo motivo c'è obbligo di garantire una produzione minima e l'obbligo di firmare con il Gse, il Gestore del sistema energetico, un accordo per lo scambio sul posto per cedere in rete la quota di energia che non viene utilizzata direttamente, rinunciando però ad incassare i proventi della vendita. La somma spettante per la vendita dell'energia viene quindi versata direttamente nelle casse regionali, per alimentare il Fondo e consentire via via il varo di nuovi bandi di fnanziamento. Al momento sono solo tre le le Regioni che hanno approvato questo tipo di misura: Puglia, Lazio e Sardegna.
Attese le regole operative
Nell'attesa delle regole nazionali è sempre possibile consultare il sito internet della propria Regione per verificare se ci sono bandi aperti sulla base delle norme varate a livello locale. Diversi enti, infatti, prevedono finanziamenti e incentivi di diversa tipologia, non legati ai livelli Isee. In alcun casi, peraltro gli incentivi sono cumulabili con le detrazioni fiscali, in modo da ottenere la copertura del 100% della spesa. Esclusa la possibilità di fare domanda in caso di utilizzo del Superbonus.