A tavola, con un gruppo di amici. Fa caldo. Si discute delle previsioni meteo ma poi si scivola sul clima. Tutto inizia da una battuta di Michele: "Avete visto che quest'inverno ha nevicato più del solito? Tutte le piste erano in perfette condizioni ma non abbiamo potuto sciare a causa del Covid. Altro che riscaldamento globale!". "Ma che dici?" risponde Martina "alcune nevicate sulle Alpi non hanno nulla a che vedere con l'andamento globale del clima: i ghiacciai sono in rapido ritiro in tutto il mondo". "E allora? - riprende Michele - Sul nostro pianeta ci sono sempre state oscillazioni del clima....tra l'altro sembra che stiamo andando verso un'era glaciale". "Nessuna oscillazione è stata così rapida come quella iniziata con la Rivoluzione industriale - risponde pronta Martina - i cicli naturali del lontano passato sono irrilevanti per poterli considerare la causa dell'attuale cambiamento climatico. Per il futuro, a noi interessa l'impatto del cambiamento climatico nel prossimo secolo, non una possibile era glaciale fra 10.000 anni."
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Massimo scuote la testa e attacca: "Ma lo sai no, che la CO2 prodotta dall'uomo è una piccola percentuale delle emissioni esistenti in natura? Di cosa stai parlando?" Francesco, però interviene: "Il ciclo naturale aggiunge e rimuove CO2 mantenendo l'equilibrio, mentre gli uomini aggiungono extra CO2 senza rimuoverla. È una piccola percentuale dello scambio, ma sufficiente a modificare la trasparenza dell'atmosfera al calore riflesso dalla terra". Marco, alzando per un istante gli occhi dal piatto: "Anche se il clima cambiasse, gli animali e le piante si potranno adattare, è sempre successo". "Peccato che sia accertato - gli risponde Giovanna, studentessa di biologia - che il cambiamento climatico sta producendo l'estinzione di massa di moltissime specie viventi, che non potranno adattarsi su scale di tempi così brevi".
Fabio: "Ho letto sul giornale che le recenti ondate di calore in Canada, che hanno causato centinaia di morti, non sono causate dai mutamenti climatici!". "Vero, non ne sono conseguenza diretta - dice Giulia - ma è assodato che gli eventi meteo estremi sono diventati più frequenti e più intensi a causa del riscaldamento globale". Michele: "Ma volete veramente fare gli uccelli del malaugurio, non vi basta il Covid? Se proprio vogliamo essere onesti, dobbiamo ringraziare il Covid : ha ridotto i consumi e l'inquinamento legati ai combustibili fossili e le cose sono migliorate". Martina: "Mi spiace deluderti, ma i lockdown hanno ridotto, temporaneamente, solo l'inquinamento dell'aria. Per quanto riguarda l'immissione di gas serra come la CO2 si tratta di un processo lento e che ha una grandissima inerzia. Gli effetti del lockdown sono stati minimi nel ridurre la frazione che è presente nell'aria, responsabile del cambiamento del clima".
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"Se gli scienziati non riescono a fare previsioni attendibili in meteorologia, come possono pensare di predire il clima?" butta lì Antonio, fino ad allora silenzioso. "La meteorologia e il clima sono cose differenti: il clima non richiede la conoscenza dell'andamento della meteorologia" risponde Giulia. "In ogni caso la scienza non ha preso una posizione definitiva su questo tema" insiste Antonio. "Non è vero - dice Martina- alla Conferenza sul Clima di Parigi nel 2015 è stato confermato da parte dell'IPCC, la Commissione Internazionale sul Cambiamento Climatico, grazie ad una grande quantità di osservazioni sperimentali, che la CO2 di origine umana è causa delle modifiche del clima". "Ma 500 scienziati hanno preso le distanze, anche di recente, dalle conclusioni dell'IPCC" dice Jacopo. "Cosa vuoi che siano 500 scienziati, in questo settore di ricerca lavorano decine di migliaia di persone nel mondo e il 97% degli esperti sul clima sono d'accordo sul fatto che il cambiamento climatico sia dovuto all'azione dell'uomo nell'ultimo secolo" risponde Martina.
Questa è una scena immaginaria, ma questo tipo di discussioni avvengono davvero, tra amici o conoscenti, nel corso di conferenze sui temi climatici, nei talk show o anche semplicemente sul web. Se da una parte un numero crescente di persone è convinta che per affrontare e risolvere la questione dei cambiamenti climatici occorra ascoltare la scienza e agire di conseguenza, non è così facile per la società nel suo insieme mettere in pratica questa convinzione. Cambiare mentalità e abitudini apprese per lo più imitando inconsciamente i comportamenti di coloro che ci hanno preceduto, genitori, educatori, comunicatori, è una delle cose più difficili per la specie umana, abitudinaria a meno di disastri, senza contare gli enormi interessi economici e politici che si intrecciano attorno a questi temi.

D'altra parte non possiamo aspettare gli effetti del ricambio generazionale; non c'è tempo, dobbiamo organizzarci ed agire. Per questo motivo è importante comunicare, comunicare molto, comunicare bene. Occorre essere preparati per ribattere agli argomenti capziosi, alle fake news, alle posizioni di parte o semplicemente non informate. Si tratta di un problema assolutamente urgente, un dibattito di importanza vitale, in cui non si può lasciare il campo a chi provoca, a chi alza la voce, a chi ha una agenda nascosta o è interessato a fare perdere a tutti tempo e risorse sempre più preziose.
Sul sito Skeptical science vi sono centinaia esempi di botta e risposta come queste e ne consiglio caldamente la consultazione. Una corretta comunicazione sui temi del cambiamento climatico è altrettanto importante dell'attivazione della raccolta differenziata o della riduzione dell'uso della plastica non riciclabile. È necessario rendere questi temi onnipresenti nella discussione politica e nel dibattito pubblico a tutti i livelli, partendo dalla scuola, formando persone capaci ed efficaci nell'intervenire su questi temi, ovunque sia possibile. Mai come in questo caso si dimostra vero che "informazione è potere", potere di cambiare in meglio il nostro futuro, ormai sempre più prossimo.
(Roberto Battiston, scienziato ed ex presidente dell'Agenzia spaziale italiana, insegna Fisica all'Università di Trento)