Se l'erba del vicino è sempre più verde, le foreste degli altri sono sempre più appetibili. Una legge non scritta che riguarda il mondo globalizzato: mentre in alcuni paesi ricchi crescono le opere di piantumazione e rimboschimento, mentre si lanciano messaggi e appelli per politiche green e protezione degli alberi, si deforesta lontano da casa, nei paesi più poveri, per soddisfare la domanda del commercio. In media, ogni cittadino di un paese ricco è così responsabile della perdita di circa quattro alberi in un paese meno abbiente.


Foreste tropicali che sono già in estrema sofferenza: come ricorda il recente report del Global Forest Watch, solo nel 2020 è stata distrutta un' area di foresta vergine grande quanto i Paesi Bassi e si registra a livello globale un aumento del 12% di deforestazione rispetto al 2019. Un male di cui soffre soprattutto il Brasile e la Amazzonia dove si parla nell'ultimo anno della distruzione di almeno 1,7 milioni di acri di foreste. Se si è arrivati a tanto, in parte, è a causa dei paesi economicamente più ricchi ben lontani geograficamente dalle foreste più devastate del Pianeta.
Un analisi di ciò che è accaduto alle foreste del mondo in circa quindici anni, dal 2001 al 2015, hanno provato a tracciarla, disegnando anche una mappa, alcuni ricercatori del centro giapponese Research Institute for Humanity and Nature (Rihn). Keiichiro Kanemoto e Nguyen Tien Hoang in un articolo pubblicato su Nature Ecology & Evolution mostrano le relazioni finanziare e del commercio internazionale legate alla deforestazione, sottolineando come una serie di paesi ricchi (in particolare quelli del G7) abbiano incoraggiato di fatto paesi più poveri a incrementare i loro livelli annuali di deforestazione proprio per questioni di export commerciale.
Un albero in più. Riportiamo le foreste nelle nostre città


"C'è una relazione chiara tra la deforestazione e la domanda di merci da parte dei paesi ricchi. Ciò che non è stato chiarito finora è la distribuzione spaziale della deforestazione associata al commercio" spiega Kanemoto. Così, per comprendere il rapporto tra commercio e deforestazione, i ricercatori hanno usato i big data, dati ad alta risoluzione sulla perdita di foreste, informazioni commerciali, osservazioni spaziali e modelli matematici, con cui hanno realizzato mappe delle impronte di deforestazione nel tempo e nello spazio, identificando le nazioni che hanno guidato una ampia deforestazione proprio per richieste economiche, per soddisfare in sintesi le domande dei consumatori.
Foreste, alleate del clima e della biodiversità

Gli studiosi giapponesi sottolineano poi come molte delle principali economie mondiali hanno aumentato i propri livelli forestali a casa propria, mentre hanno contribuito alla deforestazione globale. Secondo i calcoli effettuati, il 90% della deforestazione causata da cinque dei Paesi del G7 è stata "fuori dai loro confini", soprattutto nelle foreste tropicali. Per Kanemoto e Hoang ogni cittadino in un paese del G7 causa una perdita media di quattro alberi nel mondo.
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