Più energia verde, più respiro per il Pianeta ma anche più occupazione. Nella difficile e complessa battaglia alla crisi climatica, agevolata in Europa da politiche che tra New Green Deal e Recovery Fund puntano alla crescita di lavori "green" e strategie utili per la decarbonizzazione, c'è un settore che nonostante difficoltà burocratiche e complessità tecniche ancora in via di sviluppo (come i sistemi di accumulo), sta garantendo e garantirà sempre più occupazione nel mondo: il settore delle energie rinnovabili.
Opportunità per le donne. Grazie a solare, eolico, idroelettrico e altri sistemi, racconta un recente report di Irena (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, qui il .pdf), oggi le rinnovabili forniscono 11,5 milioni di posti di lavoro nel mondo e il trend, in continua crescita, mostra segnali incoraggianti per esempio anche per l'occupazione femminile, anche se necessita di maggiore azione politica per la sua espansione.
Irena ha tracciato una serie di stime e dati che indicano come le rinnovabili potrebbero sia contribuire a salvare l'ambiente agevolando l'abbandono delle fonti fossili, sia aiutare l'economia di vari Paesi. Un importante contributo su questa strada attualmente arriva dall'Asia, che ha il primato nell'impiego di lavoratori specializzati nelle rinnovabili e conta il 63% di tutti gli occupati nell'energia pulita (solo in Cina il 38%). Se si guarda ai differenti settori delle rinnovabili in termini di offerta di occupazione, il fotovoltaico fornisce lavoro a 3,8 milioni di persone nel mondo, i biocarburanti liquidi a 2,4 milioni di lavoratori, l'idroelettrico a 1,9 milioni, l'eolico a 1,1 milioni e infine il solare termico a 823 mila dipendenti.
Come ha detto Francesco La Camera, direttore generale di Irena, ora "l'energia rinnovabile, predominante nella nuova capacità elettrica, si è dimostrata particolarmente flessibile, conveniente e resiliente di fronte alla crisi sanitaria ed economica del 2020".
La crescita nei prossimi dieci anni. In un secondo report di Irena, incentrato sulle azioni "post Covid", viene inoltre sottolineato come più di 5 milioni e mezzo di persone potrebbero trovare lavoro nelle rinnovabili entro i prossimi 3 anni, visto l'impegno di vari Paesi (soprattutto Asia e Europa) nell'implementare l'utilizzo di queste energie e abbandonare gradualmente quelle legate al carbone. Entro il 2030, si prevedono infatti 30 milioni di lavoratori nel mondo delle energie green.
Anche in Italia il mondo delle rinnovabili ha la potenzialità per creare migliaia di posti di lavoro. In uno studio realizzato dall’associazione Està (Economia e sostenibilità) e che guarda al 2030 per comprendere quali sono i settori green in cui occorre investire anche in termini di occupazione, viene specificato ad esempio che un aumento del 78% degli investimenti proposti dal Pniec (Piano energia e clima) comporta un incremento dello 0,5% annuo di Pil e 530 mila occupati complessivi in più al 2030.
Innovazione digitale e marketing. Un'altra ricerca di Censis Confcooperative sostiene inoltre che entro il 2023 uno ogni cinque posti di lavoro nuovi potrebbe essere proprio nel campo della green economy e delle rinnovabili, con la richiesta di professionalità che vanno da esperti in chimica, energia, edilizia, automazione, ma anche innovazione digitale o marketing ambientale.
Le proiezioni positive sul futuro delle rinnovabili e la creazione di nuovi posti di lavoro, nonostante gli impegni globali e gli sforzi europei come Green Deal e Next Generation Ue, rischiano però di essere rallentate dal processo di rilancio post-Covid dell'energia. Un report della azienda tecnologica Wärtsilä sottolinea per esempio come "i governi del G20 hanno allocato almeno 216 miliardi di dollari per sostenere l'energia fossile, rispetto ai 145 miliardi di dollari per l'energia pulita" nonostante la quota rinnovabile, in Paesi per esempio in Italia, sia cresciuta notevolmente.
"È chiaro – chiosa Marco Golinelli, direttore Energy Solutions di Wärtsilä Italia - che investire in rinnovabili e capacità flessibile per garantire la stabilità del sistema e offrire nuovi posti di lavoro non è solo la scelta più sostenibile, ma è anche la soluzione più economica. L'ottimizzazione dei costi del sistema rinnovabile al 100% genererebbe elettrica da solare (66% della generazione annuale), eolica (24%) e idroelettrica (5%), con il supporto di generatori di gas flessibili (3%) funzionanti a combustibili sintetici ad emissioni zero. Lo stoccaggio di energia immagazzinerebbe e trasferirebbe il 31% dell'elettricità rinnovabile generata, distribuendola poi secondo le necessità".
Opportunità per le donne. Grazie a solare, eolico, idroelettrico e altri sistemi, racconta un recente report di Irena (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, qui il .pdf), oggi le rinnovabili forniscono 11,5 milioni di posti di lavoro nel mondo e il trend, in continua crescita, mostra segnali incoraggianti per esempio anche per l'occupazione femminile, anche se necessita di maggiore azione politica per la sua espansione.
Irena ha tracciato una serie di stime e dati che indicano come le rinnovabili potrebbero sia contribuire a salvare l'ambiente agevolando l'abbandono delle fonti fossili, sia aiutare l'economia di vari Paesi. Un importante contributo su questa strada attualmente arriva dall'Asia, che ha il primato nell'impiego di lavoratori specializzati nelle rinnovabili e conta il 63% di tutti gli occupati nell'energia pulita (solo in Cina il 38%). Se si guarda ai differenti settori delle rinnovabili in termini di offerta di occupazione, il fotovoltaico fornisce lavoro a 3,8 milioni di persone nel mondo, i biocarburanti liquidi a 2,4 milioni di lavoratori, l'idroelettrico a 1,9 milioni, l'eolico a 1,1 milioni e infine il solare termico a 823 mila dipendenti.
Come ha detto Francesco La Camera, direttore generale di Irena, ora "l'energia rinnovabile, predominante nella nuova capacità elettrica, si è dimostrata particolarmente flessibile, conveniente e resiliente di fronte alla crisi sanitaria ed economica del 2020".
La crescita nei prossimi dieci anni. In un secondo report di Irena, incentrato sulle azioni "post Covid", viene inoltre sottolineato come più di 5 milioni e mezzo di persone potrebbero trovare lavoro nelle rinnovabili entro i prossimi 3 anni, visto l'impegno di vari Paesi (soprattutto Asia e Europa) nell'implementare l'utilizzo di queste energie e abbandonare gradualmente quelle legate al carbone. Entro il 2030, si prevedono infatti 30 milioni di lavoratori nel mondo delle energie green.
Anche in Italia il mondo delle rinnovabili ha la potenzialità per creare migliaia di posti di lavoro. In uno studio realizzato dall’associazione Està (Economia e sostenibilità) e che guarda al 2030 per comprendere quali sono i settori green in cui occorre investire anche in termini di occupazione, viene specificato ad esempio che un aumento del 78% degli investimenti proposti dal Pniec (Piano energia e clima) comporta un incremento dello 0,5% annuo di Pil e 530 mila occupati complessivi in più al 2030.
Innovazione digitale e marketing. Un'altra ricerca di Censis Confcooperative sostiene inoltre che entro il 2023 uno ogni cinque posti di lavoro nuovi potrebbe essere proprio nel campo della green economy e delle rinnovabili, con la richiesta di professionalità che vanno da esperti in chimica, energia, edilizia, automazione, ma anche innovazione digitale o marketing ambientale.
Le proiezioni positive sul futuro delle rinnovabili e la creazione di nuovi posti di lavoro, nonostante gli impegni globali e gli sforzi europei come Green Deal e Next Generation Ue, rischiano però di essere rallentate dal processo di rilancio post-Covid dell'energia. Un report della azienda tecnologica Wärtsilä sottolinea per esempio come "i governi del G20 hanno allocato almeno 216 miliardi di dollari per sostenere l'energia fossile, rispetto ai 145 miliardi di dollari per l'energia pulita" nonostante la quota rinnovabile, in Paesi per esempio in Italia, sia cresciuta notevolmente.
"È chiaro – chiosa Marco Golinelli, direttore Energy Solutions di Wärtsilä Italia - che investire in rinnovabili e capacità flessibile per garantire la stabilità del sistema e offrire nuovi posti di lavoro non è solo la scelta più sostenibile, ma è anche la soluzione più economica. L'ottimizzazione dei costi del sistema rinnovabile al 100% genererebbe elettrica da solare (66% della generazione annuale), eolica (24%) e idroelettrica (5%), con il supporto di generatori di gas flessibili (3%) funzionanti a combustibili sintetici ad emissioni zero. Lo stoccaggio di energia immagazzinerebbe e trasferirebbe il 31% dell'elettricità rinnovabile generata, distribuendola poi secondo le necessità".