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IL TERRITORIO
"Nell'etichetta del mio olio, la stanza che fu di mia nonna"

"Nell'etichetta del mio olio, la stanza che fu di mia nonna"

Intervista a Massimo Piacentino, avvocato a Dublino, oggi produttore di olio in Sicilia

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"E' stata una questione di percezione della propria qualità di vita, per me era importante tornare nella mia terra, nella città dove sono nato e cresciuto e che mi ha dato tanto. Tornare qui e creare tessuti economici, restituire qualcosa alla mia terra, e lo faccio sia con il mio lavoro, sia dedicando una parte della vita al sociale". Massimo Piacentino, 28 anni, laureato in giurisprudenza a Trento, ha lavorato e vissuto anche all'estero a Dublino "e dovreste vedere come valorizzano quel poco che hanno gli irlandesi, ci sarebbe da imparare da loro".  Adesso vive in Sicilia, nella terra della sua famiglia, dove coltiva e produce olio di alta qualità perché "tutti dovrebbero sapere che con un cattivo olio si può rovinare un buonissimo piatto".  Non solo olio nell'azienda di Massimo Piacentino, perché si coltivano anche lenticchie e grano duro, anche in questo caso preziosi prodotti di qualità.   


"Con la nostra organizzazione Giovane impresa Coldiretti - racconta Massimo - raccogliamo esperienze e promuoviamo progetti innovativi nell'agricoltura, anche nel settore della  trasformazione, e abbiamo un impegno nel sociale. Vorrei sottolineare il nostro lavoro nell'ultimo periodo,  con l'attenzione ai giovani siciliani nel nostro settore. Abbiamo realizzato uno sportello informativo per chi si vuole immettere in questo settore". Parla da avvocato Massimo Piacentino, perché la burocrazia è sempre tanta e le difficoltà ancora di più. L'agricoltura - spiega il giovane imprenditore siciliano - non è difficile solo per l'accesso ai finanziamenti o per la burocrazia: "Le variabili sono anche legate alla natura, alle sue esigenze, alle sue regole". E poi ognuno ci deve mettere una parte di sé: "Le etichette delle bottiglie di olio prodotte alla Paceca - questo il nome dell'azienda - ritraggono il  pavimento della stanza da letto di mia nonna, da quelle immagini un amico grafico ha realizzato le nostre bottiglie". Le storie di questi ragazzi, giovani imprenditori agricoli, sono sempre più spesso un cerchio della vita che torna nelle case da dove sono partiti non loro, ma i loro genitori. "Produciamo leguminose, abbiamo un vigneto, mi sto ampliando per  cercare di arrivare direttamente al consumatore. Per dare il giusto valore a quello che produciamo, cerchiamo di aiutare anche  chi vuole produrre varietà che non si prestano a produzione massiva. L'idea è sempre di arrivare direttamente al consumatore". 

L'azienda di Piacentino ha 4 anni: "Non è stato facile, ero partito con il progetto di aprire un agriturismo, attraverso una misura regionale, ma i tempi erano troppo lunghi. Così sono diventato produttore di olio, ma l'agriturismo resta sempre lì, e prima o poi ci arriverò". Nell'azienda lavorano  dalle  due alle cinque persone, dipende dalla stagione, il terreno è di trenta ettari, che sono stati recuperati da una divisione ereditaria: "Qui ho messo in campo i miei studi" sorride Piacentino e ritorna al sogno dell'agriturismo: "Se va in porto il progetto dell'accoglienza al consumatore è la conclusione del progetto iniziale: accogliere il consumatore per raccontargli i nostri prodotti. Noi possiamo vivere di turismo, abbiamo tutto per poterlo fare - dice convinto - ci credo molto. In  Sicilia è una settore che ha ancora tanto, tanto da dare. In Irlanda con pochissimo riescono a dare moltissime cose, dobbiamo imparare a sfruttare di più le nostre peculiarità di cibo e territorio. Olio e pane possono essere un veicolo straordinario per noi: quando compri un prodotto italiano rimetti in circolo l'economia".