Bordon e Tiziano a Treviso, capolavori in dialogo nella Cappella Malchiostro
Esposte in Duomo tre grandi opere del Maestro nato a Treviso il 5 luglio 1500
Elena Grassi
«Paris restò alla bottega del Tiziano fino ai 18 anni, prima di un abbandono rocambolesco con le accuse al maestro di non insegnargli i segreti dell’arte. Noi questi segreti li facciamo ritrovare oggi, mettendo in dialogo l’Annunciazione tizianesca della cappella Malchiostro, appena restaurata, con tre straordinarie opere di Bordon: la pala di San Lorenzo e la pala dell’Adorazione, già presenti nel Duomo di Treviso, e la tavola dei Sacri Misteri, che arriva dall’attigua sacrestia dei canonici, solitamente non visibile al pubblico. Ammiriamo corrispondenze tra i due artisti nel lussureggiante colorismo e nell’attenzione per il paesaggio, che avrà in Paris uno sviluppo dalle risonanze giorgionesche e dal michelangiolismo veneto, facendone un pittore “glocal”, con un respiro internazionale e uno sguardo sulla sua terra».
Così don Paolo Barbisan, direttore dell’ufficio diocesano Beni Culturali, introduce la mostra “Il discepolo e il maestro. Paris e Tiziano nella Cattedrale”, che sarà visitabile gratuitamente fino al 29 gennaio 2023 in orario di apertura del Duomo, con possibilità di visite guidate tutti i pomeriggi di venerdì, sabato e domenica, tenute dai volontari del progetto “Chiese aperte”.
Un allestimento spettacolare, a cui contribuisce lo studio di illuminotecnica da 60mila euro, finanziato dal Rotary Club di Treviso, che accoglie il visitatore dirigendo l’attenzione verso le peculiarità di ogni opera: lo sviluppo cinematografico dei “Sacri misteri” (1551) dall’annunciazione alla resurrezione, la profondità di campo dell’ “Adorazione dei pastori” (1557) da Gesù bambino alle montagne sullo sfondo, e la dalmata cremisi indossata da “San Lorenzo” (1562), in velluto broccato con motivo “a goccia” e ricami, come nella moda veneziana del tempo. L’esposizione s’inserisce nel percorso dell’itinerario bordoniano a cura di Fabrizio Malachin, direttore dei musei civici, nell’ambito della grande mostra “Paris Bordon: pittore divino” in corso al museo di Santa Caterina.
«Le Sacre conversazioni di Bordon, che sono conservate a Santa Caterina, richiamano tutte l’Annunciazione di Tiziano del 1520 – spiega Malachin – inoltre la cappella Malchiostro è affrescata dal Pordenone, che con il suo manierismo influenzò fortemente Bordon».
In una teca si può ammirare anche l’edizione giuntina del 1568 delle “Vite” del Vasari e l’atto di battesimo di Bordon, datato 5 luglio 1500, e conservato nella Biblioteca Capitolare.
«Abbiamo voluto creare un’immersione nel Rinascimento veneto – chiude don Barbisan – svelando anche i rapporti di amicizia tra Paris e i suoi committenti locali, come la nobile famiglia di Alvisa Rover e gli ecclesiastici dell’epoca, Bernardo de’ Gastaldi e Andrea Salomon». —
L’ITINERARIO
“Paris Bordon: pittore divino” è la mostra aperta fino al 15 gennaio 2023 al museo di Santa Caterina (da martedì a domenica ore 10-18, biglietto 12 euro). L’allestimento, curato da Simone Facchinetti e Arturo Galansino, si sviluppa attraverso 41 capolavori dell’artista trevigiano dal 1500 al 1571, rappresentativi di tutta la sua produzione e provenienti dai più importanti musei internazionali (tra cui la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi e Musei Vaticani).
Da qui comincia idealmente un “Itinerario Bordoniano”, concepito da Fabrizio Malachin, direttore dei musei civici, con una prima tappa nella sala della Pinacoteca di Santa Caterina dove sono conservate le opere di Bordon e artisti coevi. Il percorso proposto procede tra gli affreschi della Urbs Picta nelle vie del centro storico, per entrare poi nel Duomo di Treviso. In provincia l’itinerario porta alla chiesa di San Giovanni Battista a Roncade, dove si può ammirare una pala della “Madonna col bambino e i santi” (1550), e nel Duomo di Valdobbiadene dov’è esposta una pala della “Madonna con Gesù bambino in trono” (1535), entrambi esempi dell’acceso cromatismo bordoniano.
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